La cripta di sant’Euplio, finalmente, riapre. Una notizia che, purtroppo, potrebbe lasciare indifferenti moltissimi catanesi visto che, dalla metà della seconda guerra mondiale, nonostante si tratti di uno dei luoghi di culto paleocristiani più importanti della città, il sito – alle spalle di piazza Stesicoro e difronte al palazzo della Borsa – è stato sostanzialmente dimenticato. Complice la distruzione della chiesa del santo etneo, che ne curava il sepolcro, durante il terribile bombardamento alleato che, nel 1943, rase al suolo moltissimi edifici e opere d’arte. Facendo passare la proprietà dalla chiesa cattolica al Comune di Catania. «Negli anni qualcuno è entrato sporadicamente ma, forse, sant’Agata ha un po’ messo da parte il culto del santo» commenta in modo scherzoso Giusi Belfiore, presidente dell’associazione guide turistiche che, insieme all’assessorato alla Cultura, ha voluto fortemente l’apertura al pubblico del luogo.
«Devo dire che è stato Orazio Licandro a dare inizio a questo esperimento – spiega Belfiore a MeridioNews – Da molto si ragionava su questi siti protocristiani, perché non era più plausibile che molti di questi punti di interesse rimanessero chiusi. Noi abbiamo sposato la causa immediatamente a titolo gratuito – aggiunge – perché siamo convinti che la consapevolezza della cultura in una città sia fondamentale per la sua rinascita». Grazie all’intervento degli operai del Comune, che hanno pulito e sistemato l’impianto di illuminazione, la cripta è stata restituita alla città, per la prima volta, il 26 novembre scorso, durante la Notte dei musei. Un evento che, come conferma Giusi Belfiore, ha avuto un ottimo successo di partecipazione. «C’erano più di seicento persone – commenta la professoressa – A un certo punto, nostro malgrado, abbiamo dovuto anche chiudere i cancelli, per preservare gli spazi e garantire le norme di sicurezza».
«Venuto meno l’edificio dell’omonima chiesa – conferma l’assessore Licandro – la struttura è passata nelle pertinenze del Comune. Tanto che se ne parlò anche quando uscì quella barzelletta della presunta vendita del bene all’interno dell’elenco previsto nel piano di rientro, cosa ovviamente falsa», aggiunge tirando una stoccata alla polemica sollevata da Catania bene comune. Ma l’apertura del sito è solo il primo passo di un progetto più grande di ripristino, che darà vita a quello che l’assessore definisce un vero e proprio «itinerario paleocristiano». «Abbiamo scelto di partire da qui perché il culto di Euplio, nonostante sia finito ingiustamente in un cono d’ombra, è stato ed è molto importante per la nostra città. Si pensi – aggiunge – che il santo è stato martirizzato nel 304 dopo cristo, in età dioclezianea, e la sua cripta viene aperta solo in occasione delle festività agatine e il 12 agosto, ricorrenza del martirio. Quando l’arcivescovo in persona, in quegli spazi, recita messa».
Nel percorso pensato dall’associazione delle guide e dall’assessorato sarebbero molti altri i punti nascosti da riportare alla luce. Tra questi la cripta di san Gaetano alle grotte, spelonca creata dallo scorrimento lavico, poi utilizzata come luogo di culto. Ma anche alcuni resti che ricadono all’interno di proprietà private come alcuni pavimenti in mosaico, facenti parte di una necropoli romana in via Dottor Consoli. O tutta la zona che collega via Androne a piazza Santa Maria di Gesù, dove si trova anche l’ipogeo di via San Domenico, sempre all’interno di un’abitazione. Per questi luoghi, come per la cripta di Euplio, sorge però un problema di natura gestionale.
«Oggi è necessario pensare a un sistema che possa rendere sempre fruibile questi luoghi – conclude Giusi Belfiore – Per la cripta, abbiamo pensato anche al pagamento di un biglietto, una cifra simbolica, in modo che il sito si possa autogestire. Si potrebbero fare una serie di appuntamenti cadenzati nel weekend – aggiunge – Intanto però è necessario mettere in moto la macchina e andare avanti».
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