«Secondo lei?». Quando le chiedi se con l’avvio della zona a traffico limitato le vendite natalizie sono diminuite la commessa del negozio di abbigliamento in via Roma ti guarda con l’aria di chi si sente preso in giro. «Certo che c’è stato un calo, ed è stato considerevole. Non so esattamente di quanto si stia parlando, ma certamente una percentuale superiore del 50 per cento. Una cosa del genere, con il negozio vuoto nei giorni immediatamente precedenti al Natale, non si era mai vista». E in effetti non c’è nessuno. Sono le 16.30 dell’antivigilia, ma di clienti nemmeno l’ombra. La causa della penuria? Per la commessa non c’è dubbio: «La Ztl. L’anno scorso non era così. C’era stato un calo rispetto al 2014, ma niente di paragonabile a quello che è successo adesso, con le vendite crollate e la gente che non viene».
«Le persone non si fermano, hanno cambiato abitudini, ma non perché hanno rinunciato a utilizzare l’auto – dice il titolare di un bar di via Roma -, semplicemente percorrono strade diverse. Prima dell’attivazione della Ztl qui era tutta un’altra cosa. Non si tratta di una situazione che coinvolge soltanto le strade che rientrano nel perimetro della zona a traffico limitato. Il mio bar, per esempio, non rientra nella Ztl, eppure per arrivarci percorrere le strade inibite a chi non abbia comprato il pass è necessario. La differenza si sente soprattutto a Natale. La gente che veniva in via Roma si fermava a prendere il caffè, oggi non succede perché la strada è deserta. Personalmente ho riscontrato un calo del 20-30 per cento degli introiti». A detta dell’intervistato, quella contro la Ztl non è una posizione ideologica, ma «occorrevano più servizi e bisognava pianificare una campagna comunicativa migliore. Occorreva evitare, poi, di fare coincidere l’introduzione della zona a traffico limitato con i cantieri per le opere pubbliche che dovrebbero migliorare la viabilità della città. Fare tutto in una volta – conclude il titolare del bar – ha danneggiato le attività commerciali».
Ragioni condivise da Nunzio Reina, presidente provinciale di Confartigianato, da sempre critico con la zona a traffico limitato: «A Natale l’effetto sconto ha dato dei risultati, ma sempre meno rispetto a quelli attesi. Il vero obiettivo era vendere la merce comprata in più per il periodo festivo, ma non è stato raggiunto l’obiettivo». Un’analisi, quella di Reina, che porta a una conclusione apocalittica: «Sono convinto che a gennaio molti negozi chiuderanno – dice -è un problema più grave del previsto, perché non si tratta soltanto della chiusura delle imprese, ma della perdita ulteriore di posti di lavoro. Questo non interessa. Aldilà delle solidarietà, interventi reali non ce ne sono stati».
«Sono state fatte delle scelte, si è deciso di intervenire per salvare alcune categorie di lavoratori e non quelle che hanno un’occupazione nei negozi del centro storico – dice ancora Reina – Aspetteremo fine gennaio per quantificare le chiusure dei negozi. In via Roma la disinformazione ha portato al punto che la gente non viene in quella zona perché è convinta che la ztl comprenda l’intera città, ma è inammissibile che non arrivino le persone della provincia o dei quartieri periferici di Palermo. A tutto questo bisogna aggiungere la crisi econmica, che di certo non incentiva i consumi».
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