La via dei bottegai e delle pasticcerie con le ossa dei morti in vetrina. Dei tram e dei cavalli, dei giornalai e degli inchini. Ma anche la via dei negozi storici, che stanno scomparendo per lasciare spazio alle grandi marche di franchising. È la via Etnea degli anni ‘40 raccontata dagli scrittori siciliani. La stessa su cui oggi uno dei brand più forti a livello mondiale, H&M, ha deciso di puntare per aprire il quarto store della provincia catanese. Una mossa che appare in controtendenza. Se infatti negli ultimi anni le note catene hanno colonizzato i centri commerciali, l’azienda svedese ha scelto il cuore della città. E a un mese dall’apertura, alcuni negozi della zona hanno detto la loro sulla new entry.
«Non siamo in competizione con H&M perché il nostro target è diverso», è la risposta più comune dei commercianti di fascia alta – Calabrò, Helmè Outlet, Luisa Spagnoli e Nara Camicie – che non temono i prezzi bassi del nuovo store. Lo stesso vale per Sozzi Aghina: «Coltiviamo da sempre la cultura della ricerca di qualità – dicono le proprietarie – Al tatto si capisce che è diversa». Una serenità da buoni vicini di casa che non per tutti è arrivata subito. «L’apertura di questo negozio inizialmente ci ha un po’ destabilizzato – ammette una commessa di Benetton – Ma il nostro è un brand forte e i nostri clienti restano fedeli».
Tra le voci fuori dal coro c’è chi sostiene che questo tumulto per l’apertura di H&M finirà presto. «L’apertura del negozio è andata bene – commenta la proprietaria di Chloè – ma si sa come sono i catanesi, si fissano sulla novità. Tra l’altro in centro sono già presenti negozi simili». Ma chi lavora nei punti vendita di catene a prezzi abbordabili non teme la concorrenza. «Non so se c’entra il Natale o l’apertura di H&M, ma il movimento in via Etnea sembra si sia intensificato», dice una commessa di Tezenis.
Fabio, titolare del negozio di scarpe Blocco 31, ha la memoria più lunga e commenta: «Ci aspettavamo di più e invece c’è stato un decremento rispetto al periodo natalizio dell’anno scorso». «In ogni caso l’apertura aumenta il movimento – dice la collega Doretta – Se aprissero anche altri marchi del genere si rivaluterebbe il centro storico». «Noi facciamo il nostro lavoro come H&M fa il suo – le fa eco Claudia di Zuiki – siamo tutti qui per lavorare». Anche per il titolare di Terranova, l’apertura in centro storico del colosso svedese potrebbe rivelarsi più un bene che una minaccia. «Da una parte toglie, dall’altra speriamo che dia qualcosa in più – dice – Se ci fossi solo io, non scenderebbe nessuno in via Etnea e la città morirebbe. L’unione fa la forza».
La stessa opinione di Santo Tiralosi, titolare della putìa Siculamente di Catania, che sostiene quanto sia importante che un marchio nuovo, fatto da giovani e per i giovani, punti sul centro invece che sui centri commerciali. «Qui c’è una vivibilità diversa – spiega – Si può passeggiare, godere della villa, del paesaggio barocco e delle mostre d’arte. Si vive il centro storico a 360 gradi». Una zona da rivalutare, secondo Domenico Ferraguto, gioielliere e presidente del centro commerciale naturale via Etnea. Che sintetizza così le posizioni dei colleghi: «Sarà nostra intelligenza, come piccoli imprenditori, trovare le soluzioni per utilizzare la maggiore affluenza che può crearsi con un nuovo punto vendita».
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