Via Crociferi tra sporcizia, macchine e degrado I ristoratori: «Siamo abbandonati dal sindaco»

«Quest’anno c’è stato un record di turisti, ma abbiamo passato l’intera estate così». Luigi Posa è uno dei ristoratori di via Crociferi. Le sue parole accompagnano la vista del barocco della strada patrimonio dell’Unesco, i palazzi pieni di storia e cultura. Ma anche il cantiere dell’ex convento dei padri Crociferi, i motorini in transito nell’area pedonale, le auto parcheggiate da villa Cerami a piazza san Francesco. «Chi viene a Catania, passa da via Crociferi. Questa strada dovrebbe essere un gioiello», afferma con amarezza Alfredo Ciraldo, gestore del chiosco all’angolo di via di Sangiuliano. «I turisti vedono la città, ma anche la sporcizia, i muri imbrattati e la spazzatura», elenca. 

Via Crociferi è una delle strade nelle quali dovrebbe vigere uno stretto divieto di accesso e parcheggio, dal quale sono esentati in teoria solo residenti e forze dell’ordine. Ma la realtà è molto diversa, come confermano i ristoratori, che da poco più di un mese si sono riuniti nella pagina Facebook In via Crociferi. «Paghiamo il suolo pubblico per tenere i tavolini all’aperto, 53 euro a metro quadrato all’anno, ma abbiamo questo disagio. Le persone stanno mangiando e le macchine passano loro accanto», sottolinea Damiano Valguarnera, che da metà giugno gestisce un altro dei ristoranti della via. Impossibile fermare chi viola la zona pedonale. «Blocchiamo solo quelli che arrivano contromano». Surreale è il dialogo che lo vede protagonista insieme ad alcuni impiegati comunali. «Sono andato al Comune per chiedere di poter chiudere la via per un concerto – spiega – Mi hanno detto “Non possiamo rilasciare nessuna autorizzazione, perché la strada è già chiusa al traffico, è un’area pedonale”». Mentre racconta, i suoi occhi accompagnano il passaggio dell’ennesima auto. 

Ad aumentare i disagi contribuisce la presenza dell’impalcatura che da anni ormai protegge l’ex convento dei padri Crociferi. «Abbiamo chiesto l’autorizzazione per fare un disegno per decorarla, migliorarla un po’», afferma Damiano Valguarnera. «Là dentro c’è anche sporcizia – aggiunge Luigi Posa – Non entra nessuno a pulire». A loro fa eco Giusy Fisichella, proprietaria della pizzeria che si trova proprio di fronte il palazzo. «Da lì escono topi, scarafaggi, zanzare». 

La questione pulizia è un problema sentito: «Il Comune ha tolto i cassonetti nella zona», dice Alfredo Ciraldo. «Adesso si è trovato una specie di accordo: si mette la spazzatura all’angolo di via Sangiuliano e i netturbini la portano via». Una sorta di piccola discarica non autorizzata a cielo aperto. «È una vergogna che in via Crociferi, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di Catania, patrimonio Unesco, si assista a queste scene», commenta Luigi Posa. «La domenica mattina si potrebbero fare dei mercatini artigianali, far passeggiare le persone – propone Giusy Fisichella – Invece siamo abbandonati dal sindaco». 

Eppure, secondo gli esercenti, basterebbe un po’ di controllo. «I vigili ogni tanto vengono, fanno qualche multa a quelli che parcheggiano all’incrocio e vanno via. Dovrebbero farlo ogni giorno», analizza Ciraldo osservando la salita di Sangiuliano. Il suo sguardo poi corre dall’altra parte, verso piazza san Francesco, dove le auto parcheggiano anche sulla scalinata della chiesa. Un sistema di videosorveglianza è la soluzione proposta da tutti i commercianti. «Basterebbe mettere una telecamera, come fanno in tutte le altre città – prosegue il gestore del chiosco – Appena passi con il motorino o con la macchina, ti mandano la multa. Poi, appena si sparge la voce, nessuno torna a rifarlo». E conclude: «Non è solo via Crociferi, è Catania che non funziona». 

Carmen Valisano

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