Via Crociferi, no del Comune ai Caffè concerto I ristoratori: «Fateci lavorare o ce ne andiamo»

È iniziata il primo giugno la stagione dei Caffè concerto autorizzati dal Comune di Catania. Il regolamento prevede la possibilità per gli operatori commerciali che ne facciano richiesta di posizionare tavoli, sedie, ombrelloni e fioriere all’esterno dei loro locali, dalle 20 alle 2, con l’accompagnamento della musica unplugged. La misura però non è stata estesa dall’ente a una porzione di via Crociferi – dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco – perché sottoposta a vincolo da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania. A essere interessati dalla mancata autorizzazione sono tre locali tra il civico 2 e il 100, che da mesi attendono una risposta formale dagli uffici dell’assessorato alle Attività produttive. Si tratta della Trattoria da Mario di Mario Platania, Pizza&Waffel di Enzo GiannautaIncrocio Crociferi di Alfredo Ciraldo. Che adesso minacciano di procedere per le vie legali. 

A raccontare la vicenda – sollevata durante l’ultima seduta del Consiglio comunale – è il legale della Trattoria da Mario Erio Buceti. L’avvocato – che è anche consigliere di opposizione della IV municipalità – spiega a MeridioNews: «Dal punto di vista tecnico tutto questo ha dell’incredibile, perché l’anno scorso le strutture  hanno presentato la stessa richiesta ed è stata accettata perché legittima». Quest’anno, invece, i tre operatori commerciali non hanno ricevuto risposta formale alla richiesta di rinnovo. «Nonostante il limite normativo sia di 30 giorni – spiega Buceti – anche con eventuale richiesta di parere alla Soprintendenza da parte del Comune». Richiesta che comunque non ci sarebbe stata. «Mi sono recato di persona alla Soprintendenza con alcuni tecnici e mi è stato risposto che da parte loro non c’è alcun vincolo che impedirebbe alle strutture di via Crociferi il posizionamento di tavoli, sedie, ombrelloni e fioriere», continua il legale. Che parla di «misura discrezionale del Comune». 

«Avremmo accettato qualunque misura alternativa, anche se ci avessero proposto di uniformare i nostri arredi esterni o di diminuire il numero di posti a sedere sulla strada. Ma così ci stanno dicendo che non possiamo proprio lavorare e questo, durante la stagione estiva, significa uccidere l’economia», si sfoga Giannauta. Il commerciante lo scorso anno ha investito 400 euro in tavoli e sedie in legno e ferro battuto, così come gli era stato prescritto dagli uffici dell’assessorato alle Attività produttive. Più cospicuo era stato l’impegno economico di Platania che aveva speso «2500 euro per tavoli e sedie in legno di mogano che ora non posso usare più. Qua operatori che usano arredi in plastica non ce ne sono più, non si può parlare di mancanza di decoro», dice l’imprenditore. Che minaccia, insieme ai colleghi, di abbandonare le botteghe affittate in via Crociferi per spostarsi da un’altra parte. 

«Così non posso lavorare, sarei costretto a licenziare almeno tre dipendenti degli otto che ho e, comunque, non guadagnerei», aggiunge Platania. L’imprenditore punta poi sul ruolo giocato negli anni dalle attività commerciali della zona. «Prima di noi quest’area era totalmente degradata e il Comune, invece di premiarci per averla riqualificata, ci punisce non facendoci lavorare?», domanda. È tuttavia dello scorso anno la segnalazione di una lettrice di CTzen che lamentava la presenza nella via ad alto pregio artistico di spazzatura, e una selva di tavoli e sedie che permetteva a stento il passaggio dei pedoni. «Se non guadagniamo durante la stagione estiva, non guadagniamo mai e la situazione è già molto critica», conclude Giannauta. 

Cassandra Di Giacomo

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