Le vertenze di Aligrup, Almaviva e Riela sono state protagoniste della tappa catanese di venerdì della Carovana antimafie. Rispettando il tema scelto quest’anno, i volontari di passaggio in provincia hanno raccolto le testimonianze dei dipendenti. La situazione più grave, senza dubbio, è quella che riguarda i lavoratori della Riela group, azienda di trasporti sequestrata all’omonima famiglia accusata di essere vicina al clan Santapaola. I dipendenti hanno spiegato come nonostante l’amministrazione controllata, i vecchi proprietari abbiano continuato a gestire dal carcere gli affari del gruppo, anche attraverso il consorzio Se.Tra, formato da prestanome e parenti dei tre fratelli titolari. Nonostante abbiano provato a riprendere a lavorare, sono stati fermati dalla decisione dell’agenzia del Demanio di mettere in liquidazione l’azienda.
Problemi anche per i lavoratori della Aligrup: più di mille persone in bilico e debiti aziendali per 150 milioni di euro. Una storia complessa che ha visto anche una rottura tra i sindacati e accuse di infiltrazioni mafiose che hanno portato alla decisione di sottomettere la ditta ad una parziale amministrazione controllata. Più positiva, invece, la storia che ha riguardato i lavoratori Almaviva: scongiurato il rischio di licenziamenti di massa a causa della delocalizzazione in un primo tempo annunciata da Vodafone, uno dei principali committenti dell’impresa che ha sede a Misterbianco. La guardia resta sempre alta per un settore che impiega nella sola provincia di Catania novemila persone tra titolari di contratti a tempo indeterminato e a progetto. La prossima sfida per il settore della telecomunicazione sarà a livello ministeriale, con la richiesta di una revisione delle concessioni governative, per evitare che lavoro e dati sensibili vengano svenduti con rischi occupazionali e per la tutela della privacy.
La Carovana ha fatto tappa anche al Tribunale etneo, dove ha incontrato i ragazzi del presidio delle Aci di Libera intitolato a Pierantonio Sandri, giovane niscemese ucciso dalla mafia nel 1995. La sua storia è stata ricordata in coincidenza con una delle udienze del processo di appello in corso a Catania. Ad accogliere il convoglio il procuratore capo Giovanni Salvi, che ha fatto anche una visita a sorpresa al campo San Teodoro a Librino. Lì sono stati raccontati la storia della liberazione del campo e l’impegno profuso nel felice esperimento fatto di sport e aggregazione.
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