Un’istantanea in bianco e nero ritrae un bambino con gli occhi color onice avvinghiato ad una donna, probabilmente in cerca di un abbraccio, seppur fugace, in un momento di quiete nel pomeriggio estivo. Sullo sfondo si scorgono a malapena dei campi incolti, che a stento hanno la forza espressiva di raffigurare quel che appare indicibile ai nostri occhi. Questa e molteplici immagini fluttuavano lo scorso venerdì nell’aula magna Santo Mazzarino dell’Ex Monastero dei Benedettini, dove si è tenuta la conferenza La Condizione dell’infanzia del mondo per discutere dell’omonimo documento redatto dall’UNICEF, in occasione del ventesimo anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’adolescenza.
L’aula era gremita di ragazzi e ragazze provenienti da molte scuole della provincia di Catania, che hanno ascoltato con interesse e partecipazione gli interventi di Vincenzo Lorefice (Presidente del Comitato Provinciale di Catania per l’UNICEF), Rosaria Sardo (Docente della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania), Marco Centorrino (Docente dell’Università degli Studi di Messina) e Leo Todaro (Docente della Facoltà di Scienze della Formazione di Catania).
La Condizione dell’Infanzia nel mondo stabilisce in termini generali l’impatto che la Convenzione del 1989 ha avuto, negli ultimi due decenni, sul benessere dei bambini e sullo sviluppo umano, tenendo in particolare considerazione i progressi sul consenso dei diritti dell’infanzia, i principi che sono alla base della Convenzione, i diritti alla sopravvivenza, allo sviluppo e alla protezione da abusi e sfruttamento.
L’intervento del Presidente Vincenzo Lorefice ha ricordato ai presenti gli importanti traguardi raggiunti dall’UNICEF negli ultimo vent’anni, come il decremento del tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni e l’abolizione delle differenze di natura sessuale tra bambini e bambine per l’accesso all’istruzione primaria. “I diritti dei bambini devono essere riconosciuti oggi, non domani” ha affermato con decisione Lorefice. “Solo un presente diverso può preparare un futuro migliore.” A queste parole si sono mescolate quelle del prof. Centorrino, il quale ha rivolto uno sguardo al ridimensionamento delle dinamiche dei processi cognitivi, causato da un parossismo tecnologico che non può, né deve essere trascurato, e che rappresenta una nuova sfida per l’infanzia. Forse occorre semplicemente riscoprire nuovi tramonti, come diceva l’intramontabile Piccolo Principe di Saint-Exupéry.
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