Venezia ed emergenza gli ostacoli dei rosa Tedino: «Non voglio alibi, daremo tutto»

La partita relativa alle vicende giudiziarie della società si giocherà il 7 dicembre. La partita a cui devono pensare i giocatori del Palermo (e in un comunicato pubblicato sul sito ufficiale il presidente Giammarva, convinto di riuscire nei prossimi giorni a «confutare le risultanze di una perizia basata su mere previsioni, inconsistenti e superficiali», ha voluto proteggere il gruppo da notizie che «possono influenzarne  negativamente la serenità») è solo quella con il Venezia in programma domani alle 18 allo stadio Barbera. Una gara, valida per la diciassettesima giornata del campionato di B, che per molti addetti ai lavori avrà il sapore di un derby personale. In primis per Zamparini, artefice dalla fine degli anni Ottanta fino all’inizio del nuovo secolo della parabola ascendente dei veneti che, dopo avere evitato il fallimento, in un decennio conquistarono la serie A (con Novellino in panchina e Gianni Di Marzio ds, due doppi ex) assente in Laguna da oltre trent’anni. Ma anche altri, domani, sentiranno vibrare le proprie corde emotive. Sia nel Palermo (il tecnico Tedino ha allenato nel settore giovanile arancioneroverde dal 1995 al 1997 e a proposito di quella esperienza durante la conferenza odierna ha voluto rendere omaggio alla memoria di un ragazzo di nome Maurizio) sia nel Venezia. In prima fila, in questo caso, il palermitano ed ex difensore rosanero Rinaudo, attuale responsabile dell’area tecnica degli arancioneroverdi dopo avere terminato l’apprendistato al fianco dell’ex ds Perinetti – anche lui doppio ex della sfida – e i giocatori Andelkovic (con i rosa nella seconda parte della stagione 2010/11 e dal 2013 al 2017) e Soligo.

Gli intrecci da libro Cuore che coinvolgono diverse figure, in ogni caso, non sono le uniche portate del ricco menù che verrà offerto al Barbera. Alcune analogie tra i veneti, reduci dalla sconfitta interna con il Novara, e i rosa secondi in classifica a quota 28, ad esempio, valorizzano i contenuti tecnici di una sfida particolarmente interessante. Almeno sulla carta. La compagine lagunare, che occupa il quinto posto e che fino a due anni fa era in serie D, è piuttosto solida in fase difensiva come certifica il dato relativo alla migliore retroguardia del torneo con 14 gol al passivo e, sulla falsariga del Palermo, si esprime meglio in trasferta dove finora ha ottenuto 13 dei suoi 25 punti complessivi. Un’insidia in più per i rosanero che, allo stato attuale, hanno rimediato proprio tra le mura amiche le uniche due sconfitte stagionali. Tedino e il suo staff hanno delineato il piano d’azione: dare continuità al successo ottenuto sabato scorso ad Avellino e consolidare anche in casa le fondamenta sulle quali costruire, mattoncino dopo mattoncino, l’edificio con vista sulla serie A.

«Quella di domani sarà per noi una gara difficilissima – ha sottolineato il tecnico friulano – il Venezia è una squadra con grande struttura e blasone e non ha nulla da invidiare alle altre formazioni del campionato. Ha mantenuto, peraltro, l’ossatura della scorsa stagione (culminata con la promozione tra i cadetti, ndr)». In questi giorni la compagna di viaggio della squadra è stata l’emergenza: «Mi dispiace non aver potuto fare quello che avevo in mente. Diciamo che in questa settimana avremmo avuto bisogno di un pullman che ci portasse ad un santuario…Al di là di tutto, però, io non cerco alibi e voglio trasmettere ai miei giocatori il concetto che non bisogna lamentarsi. Gli ostacoli ci sono ma vanno superati e noi, a prescindere dal fatto che riusciremo o meno ad oltrepassarli, dobbiamo dare la sensazione di dare sempre il massimo». Sinceri gli attestati di stima nei confronti dell’ex rossonero Pippo Inzaghi. L’allenatore del Venezia, che da giocatore era una ‘bestia nera’ del Palermo, dopo il salto di categoria sta dimostrando che la sua squadra ha le carte in regola per imporsi anche in serie B: «Non sono sorpreso dai buoni risultati di Inzaghi – ha spiegato Tedino – se un allenatore è stato scelto per guidare il Milan, una delle squadre più titolate al mondo, vuol dire che ci sono dei valori sul piano gestionale ma anche tecnico-tattico. I due fratelli Inzaghi conoscono e studiano il calcio. Sono due allenatori capaci e competenti».

Il tecnico rosanero, che ha convocato diciannove giocatori, è alle prese con diverse defezioni. Uomini contati, in particolare, in difesa. Reparto in cui mancheranno lo squalificato Cionek e Bellusci, out a causa di un risentimento muscolare al soleo della gamba destra. Le scelte, di fatto, saranno obbligate: Struna, recuperato in extremis, quasi certamente agirà al centro della linea a tre completata dai polacchi Dawidowicz (al rientro dopo poco più di un mese di stop forzato) e Szyminski. Arruolabile per il rotto della cuffia anche Jajalo, costretto negli ultimi giorni a convivere con un ematoma a un piede. Nella batteria centrale di centrocampo, priva dell’infortunato Chochev, il nazionale bosniaco agirà da play e sarà affiancato da Gnahoré e Murawski.

Antonio La Rosa

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