Vampiri per sempre

La figura del vampiro ha sempre sinistramente affascinato i lettori e gli spettatori amanti del brivido, e dall’Ottocento ad oggi è stato protagonista di innumerevoli storie e film dell’orrore subendo molte variazioni. E adesso il mito è tornato alla ribalta, dimostrando che non è mai tramontato, risorgendo anzi a nuovo splendore. Grazie soprattutto alla saga romantico-vampiresca di Twilight, che ha incantato ed emozionato lettori di tutte le età. Questa figura affascinante e sinistra altro non è che una creazione letteraria di inizio Ottocento. Capostipite del genere è considerato infatti Il Vampiro di John William Polidori, la prima opera di grande successo che affronta il tema dei vampiri derivato dalle tradizioni dell’Europa orientale.

L’opera ha creato un prototipo, facendo emergere una serie di costanti che hanno influenzato gli autori successivi: il vampiro è un nobile con una forte ascendenza sulle donne, è sempre presente la lotta tra Bene e Male per salvare la fanciulla invaghita del mostro. Sarà il successivo Dracula di Bram Stoker a codificare i tratti di questo terrificante personaggio, mentre un altro personaggio fondamentale è il vampiro donna, creato da Joseph Sheridan Le Fanu, protagonista di Carmilla. Il vampiro della letteratura europea ottocentesca è dunque un aristocratico, alto e smunto, vestito di nero e assetato di sangue, soprattutto di belle fanciulle. Inoltre il viso pallido e lo sguardo terribile fanno di lui un personaggio pieno di fascino, divenendo una nuova versione dell’eroe decadente.

 

Nelle opere degli scrittori contemporanei fa la sua comparsa invece una figura di vampiro decisamente più umanizzata o desiderosa di umanità. Tutto l’antico armamentario che contraddistingue le classiche storie di vampiri è stato messo da parte, non troviamo più bare o vampiri vulnerabili all’aglio, alle croci, alla luce del sole e ai paletti di frassino, piuttosto vampiri con qualità superiori agli umani ma alle prese con la difficoltà di adattarsi al loro mondo e di vivere a contatto con loro senza creare troppi danni. L’ americana Stephenie Meyer si è ispirata ad un suo sogno per delineare la figura del giovane vampiro, si fa per dire perché ha 108 anni ma passa per un 17enne, tra i protagonisti della saga di Twilight. Edward Cullen insieme alla sua famiglia di vampiri buoni è riuscito a mettere a tacere, dopo anni di privazioni, il più forte istinto di ogni vampiro che si rispetti: l’istinto di uccidere per la sete di sangue umano. Si nutre infatti solo di sangue animale per non dover porre fine ad innocenti vite umane. Ciò significa la comparsa del senso di colpa nella figura del non-morto, di una creatura senza anima, ritenuta in passato immonda ma che adesso invece condivide i valori della società in cui vive. La scrittrice forse inconsapevolmente (come ha dichiarato) ha dato una veste inedita al suo vampiro, il quale secondo lei rappresenta l’amore impossibile tra i protagonisti della sua romantica storia (appunto Edward e l’umana Bella); l’ha fatto uscire dall’oscurità per farlo risplendere alla luce del sole, che è poi una loro particolare caratteristica.

 

Lo scrittore svedese John Ajvide Lindqvist, con una carriera curiosamente parallela a quella della scrittrice americana, ha dato vita invece alla vampiretta Eli, protagonista del più inquietante Lasciami entrare. Più consapevolmente l’autore si è chiesto: «Se i vampiri esistessero come sarebbe la loro vita? Più probabilmente sarebbe una vita assai dura, triste e disgustosa da vivere. Quello che ho cercato di fare è immaginare cosa succede quando un vampiro arriva in una grigia periferia svedese». La 12enne Eli dal volto smunto e i grandi occhi ha qualcosa di soprannaturale: ha uno strano odore, non sente il freddo, quando salta sembra volare ed esce di casa soltanto di notte. Per lei essere una succhiasangue non è facile, infatti il sangue umano rappresenta un fastidioso obbligo ma non per questo si fa scrupolo ad uccidere, tuttavia non vuole fare del male all’umano con cui ha stretto una profonda amicizia. L’autore poi ha voluto concentrarsi su un curioso dettaglio della tradizione vampiresca: se un vampiro vuole entrare in una casa, deve essere invitato. E dice ancora «il romanzo parla anche d’amore, il titolo può anche essere letto come una raccomandazione: tieni aperta la porta. Lascia entrare l’amore o la distruzione».

 

La saga di Twilight e l’horror Lasciami entrare sono solo due degli esempi più rappresentativi di questa nuova tendenza, le storie di vampiri infatti si moltiplicano a vista d’occhio, sugli scaffali delle librerie fanno la loro apparizione improbabili rivisitazioni del mito e il regista Guillermo del Toro ha addirittura promesso di scrivere una trilogia sul genere. Qualcuno come al solito storcerà il naso e riterrà un inaudito scempio stravolgere il tradizionale mito.

Ma i vampiri che ne pensano?

Beatrice Denaro

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