Valerio Vermiglio, classe ed esperienza per Aci Castello Il fuoriclasse messinese sposa la causa della Saturnia

Si possono trovare ancora stimoli ed emozioni a 44 anni suonati, dopo aver vinto tutto in giro per il mondo e con più di trecento gare in nazionale alle spalle? La risposta, per fortuna degli appassionati catanesi di volley, è positiva: la dimostrazione vivente di come la
passione per lo sport vada oltre i titoli e gli onori porta il nome e cognome di Valerio Vermiglio, intervistato ieri anche da Radio Fantastica. Un vero e proprio monumento della pallavolo nostrana, con un curriculum da urlo. Cinque campionati e una Champions vinte a Treviso più cinque Coppe Italia e quattro Supercoppe italiane, e poi un titolo russo, due Supercoppe e un’altra Champions con lo Zenit Kazan, l’argento olimpico di Atene in maglia azzurra, assieme a una World League e due titoli europei nel 2003 e 2005. Il suo immenso bagaglio di esperienza e vittorie, da ieri, è stato messo interamente a disposizione di una Saturnia Aci Castello che si è appena affacciata alla Serie A3.

Un progetto ambizioso e affascinante, a cui Vermiglio ha aderito con la carica e la voglia di un ragazzino. «Il diesse Piero D’Angelo sapeva che ero a Messina in stand-by. Lui e il resto della dirigenza – racconta il giocatore – hanno pensato di contattarmi perché per loro potevo rappresentare il classico anello mancante per valorizzare l’intero gruppo. Ci siamo subito sentiti sulla stessa lunghezza d’onda e abbiamo trovato l’accordo in un lampo: in meno di 48 ore sono diventato un atleta della Saturnia». La voglia di essere profeta in patria ha giocato un ruolo importante: «Quando giochi per tanto tempo fuori dalla Sicilia – ribadisce Vermiglio – non esiste più la provincialità. Sapere che nella mia terra ci fosse un progetto che unisse persone con tanta passione e competenza è stato decisivo. Ad Aci Castello c’è un gruppo di giovani che aspetta solo di diventare grande, per tornare a fare la storia nel mondo della pallavolo».

Fiducia totale anche per quanto riguarda le sue condizioni fisiche: «Sono indietro rispetto al mio standard ideale, ma ho anche
la piena consapevolezza di poter dare tanta esperienza e continuità: posso diventare – ammette Vermiglio – un punto di riferimento per questi ragazzi. La particolarità di questa stagione aiuta i vecchietti come me a poter tornare in forma con più tranquillità, preparandosi al meglio». La squadra guidata da Mauro Puleo è al momento in fondo alla classifica, con una sola vittoria dopo otto gare: il percorso, però, è ancora lunghissimo. «La Serie A3 rispetto alla B è un’altra cosa: cambiano molti parametri. Noi abbiamo tante ottime individualità che, per forza di cose, non posseggono ancora la piena capacità di amalgamare le proprie caratteristiche a quelle del resto del gruppo. Il nostro sarà un processo di crescita costante – ricorda il palleggiatore messinese – che ha anche lo scopo di diventare richiamo e punto di riferimento per tutti i giovani catanesi e siciliani appassionati di pallavolo». 

Inevitabile, poi, lasciarsi andare ai ricordi di una carriera clamorosa: «
In questi giorni ho sentito tanti ex compagni di nazionale che mi hanno incoraggiato. Non faccio nomi – scherza Vermiglio – per evitare di far torto a qualcuno, ma è bello rinverdire i legami con chi ha condiviso assieme a te momenti importanti di sport e vita». Tra i tanti successi il pensiero non può che tornare all’argento olimpico del 2004, oltre ai due trionfi europei di Roma e Berlino: «Nei pro e contro, alla fine, è bello ricordare tutte le proprie vittorie, anche se le prime sono quelle che ti segnano maggiormente». Un ultimo pensiero va poi al pubblico catanese, nella speranza di poterlo abbracciare presto. «Tornare a giocare qui  – ammette il pallavolista – è un piccolo sogno che diventa realtà: mi permette di riassaporare un’atmosfera unica, vissuta per la prima volta alle Universiadi del ’97. Ci sarà una squadra che onorerà al massimo la città che li ospita: i tifosi di Catania, per tradizione, sono tra i più caldi e competenti di tutta la Sicilia, sono sicuro che riusciranno a fare la differenza».

Giorgio Tosto

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