Ci hanno messo un po’, ma le promesse dell’amministrazione comunale sono arrivate. Così Orazio Licandro, assessore ai Saperi e alla bellezza condivisa della giunta etnea, oggi l’ha annunciato: «Quello del 2014 sarà solo il numero zero di Ursino buskers, l’anno prossimo faremo ancora di meglio: abbiamo già chiesto un contributo alla Regione, considerando questa come una manifestazione di arte contemporanea». Perché il festival delle arti di strada che animerà le vie del centro storico dal 19 al 21 settembre non ha goduto da subito del supporto del Comune di Catania. Aveva chiesto poche lire, duemila euro, e quelle non sono mai arrivate né arriveranno. Palazzo degli elefanti pagherà invece i bagni chimici, chiuderà al traffico l’area di piazza Federico di Svevia e concederà gratuitamente gli spazi: «Il sostegno precisa Licandro non si misura solo coi contanti, ma anche coi servizi, e pure quelli costano».
Chiuso, in positivo, il capitolo del sostegno delle istituzioni locali. E chiuso, altrettanto bene, anche il capitolo sugli eventi da proporre alla città. Dagli hula hoop metà britannici e metà statunitensi di Steve Bags e Valentina Martin, passando per la piramide umana dei Kribu Kenya Acrobats, gli equilibrismi di Francesco Mirabile e il basso on the road di Iano Orofino, fino ad arrivare alle attività per l’infanzia del teatro Manomagia. «Tutto questo è stato possibile solo grazie al lavoro dei volontari che si sono spesi in ambiti molto diversi», spiega Manola Micalizzi, presidente dell’associazione culturale Gammazita, che ha ideato e promosso Ursino buskers. «Ogni artista e ogni collaboratore che ha offerto la sua professionalità prosegue Micalizzi ha dato una possibilità in più a questa città e a questo quartiere». Che poi è il posto per riqualificare il quale è nata Gammazita: «Io ho cominciato a fare dei corsi di percussioni per i bambini, ho permesso loro di distruggere strumenti che già partivano rovinati. Ma poi li abbiamo riparati insieme e abbiamo iniziato a lavorare con i ragazzini sempre meglio spiega Abbiamo dato loro dei compiti, li abbiamo resi responsabili di qualcosa, e adesso vengono da noi invece di stare per la strada a spaccare gli specchietti delle automobili».
«Ursino buskers ci permetterà di portare l’arte in luoghi della città poco noti ai catanesi: piazza Magazzini, via Auteri, via san Calogero…», interviene Andrea Arena, nome d’arte Andrea De Lirio, giocoliere e organizzatore. «Non ci aspettavamo questo successo, non dimentichiamo che agli artisti noi paghiamo vitto e alloggio ma non diamo nessun cachet, sebbene loro portino le loro competenze e siano professionisti di grande livello continua Arena Ma hanno colto tutti lo spirito del festival, che è quello di mettere noi stessi a disposizione della città». Cioè fare un regalo ai catanesi. Ed educarli, anche.
Si tratterà di spiegare, soprattutto, la cultura del cappello, cioè del compenso all’artista di strada. «Dobbiamo spiegare ai cittadini che non è un vagabondo che sta là, col cappellino, e chiede l’elemosina», aggiunge Alice Ferlito, che si esibirà in uno spettacolo teatrale con Giampaolo Terranova, suo compagno sul palcoscenico e nella vita. «Perché non venite, con le vostre esibizioni, ad animare il lungomare liberato?», propone Orazio Licandro. Ma Andrea De Lirio lo gela: «Io rivendico, da saltimbanco, la possibilità di scegliere la piazza in cui fidarmi, in cui fare cappello afferma Ovviamente gli artisti scelgono il posto in cui si troveranno meglio, andranno per esempio a Ortigia o a Taormina. Se un’amministrazione vuole garantirseli, mi dispiace, assessore, deve portarceli. S’ana nesciri ‘i soddi».
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