«La terza edizione di Ursino buskers ci sarà, la città ha dimostrato di volere il festival, è una cosa che evidentemente piace». Per Daniele Cavallaro, componente dell’associazione Gammazita, il bilancio dell’evento che si è concluso dieci giorni fa nella zona del Castello Ursino è decisamente positivo. «C’è stata molta più gente dell’anno scorso – afferma – c’è chi parla di 35mila presenze». Per ringraziare i cittadini, ma anche i volontari e quanti hanno contribuito alla raccolta fondi online, gli artisti stasera sfideranno il maltempo attraverso una festa con tanto di cappello. «Vogliamo dire grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto – spiega – Quest’anno è stato più difficile dell’anno scorso, ma Catania ha dato una risposta molto forte».
Per la seconda edizione del festival gli spazi scelti per le esibizioni hanno compreso altre zone solitamente sconosciute alla maggior parte dei catanesi. «Lavorare in questo quartiere è bello, entusiasmante, ma difficile», sottolinea. Problemi ai quali si sono aggiunti eventi imprevisti, come lo sciopero degli operatori ecologici, e affrontati senza perdersi d’animo. «Piazza Magazzini solitamente è già una discarica – racconta Cavallaro – Si sono aggiunti anche altri rifiuti, legni, pezzi di poltrone. I ragazzi di Palestra Lupo hanno organizzato un laboratorio di riuso e trasformato tutto in oggetti da utilizzare». Un’altra delle aree scoperte quest’anno è stata piazza Maravigna, dove si trova la storica bottega dei mastri dell’opera dei pupi catanesi, i fratelli Napoli. «Qui siamo riusciti a creare una contaminazione nel quartiere, la risposta degli abitanti è stata bellissima».
«Adesso che abbiamo lanciato la pietra non possiamo fermarci – ride il componente di Gammazita – la partecipazione anche degli artisti, sia di fuori che eccellenze cittadine, è stata splendida». E a far riflettere sul valore di Ursino buskers è proprio uno degli artisti che si è esibito durante l’evento, Savì Manna, alias Turi Marionetta. «Per tre giorni è la Catania in cui mi piacerebbe vivere, non ci resta che cambiare gli altri 362 giorni». «Siamo in tanti a voler il cambiamento», assicura Daniele Cavallaro. Che promette: «Presto torneremo in giro per la città con qualcosa di nuovo».
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