Università, studenti contro fotografi alle lauree «Ci vuole trasparenza». Ma partono le querele

«Che mi dicessero scarso, ma mafioso no». Angelo Di Giorgio, titolare dell’omonimo studio fotografico catanese, non ci sta, e davanti alle polemiche nate nelle ultime settimane in merito alle modalità con cui si svolgono le sedute di laurea nell’ateneo etneo promette battaglia. «Queste persone dovranno spiegare davanti a un giudice i motivi di questa diffamazione», dichiara a MeridioNews, annunciando di aver già dato mandato ai propri legali di preparare le querele. Destinatari di queste ultime, i promotori di una petizione online creata con lo scopo «di promulgare un regolamento che disciplini la presenza dei fotografi durante le sedute di laurea». Tuttavia, il problema non starebbe nell’iniziativa in sé, ma in quello che ruoterebbe attorno alla raccolta firme: l’interesse di screditare lo studio fotografico, per fini ancora da chiarire.

Tutto ha avuto inizio con la denuncia di una studentessa, che ha raccontato di essere stata indirettamente costretta a comprare le fotografie di Di Giorgio. E questo per mancanza di alternativa, in quanto gli operatori dello studio avrebbero cercato di ostacolare gli scatti dei propri familiari. Come se non bastasse, al momento di ritirare le foto, la qualità delle immagini non sarebbe stata all’altezza delle attese e, soprattutto, del loro costo. «La ragazza ha comprato le foto senza avanzare alcuna lamentela – racconta il fotografo -. Avrebbe potuto chiedere la restituzione dell’acconto, e sarebbe finita lì. Invece le ha acquistate, per poi andare su Facebook e scrivere falsità».

In ogni caso, da parte di Di Giorgio, il sospetto è che non si tratti soltanto dello sfogo di una persona rimasta scontenta. Ma che. dietro le lamentele sulle fotografie, vi sia altro: «In poco tempo si sono riunite sul web diverse persone che hanno lanciato questa campagna di discredito della nostra professionalità – continua il fotografo – arrivando pure a sostenere che saremmo i protagonisti di un sistema estorsivo». Un’accusa che Di Giorgio rigetta: «Il nostro è uno studio con 130 anni di storia e con un impegno contro la mafia più che noto – attacca -. Non permetteremo che venga gettato fango sui nostri valori e sulla nostra professionalità». 

Sulla questione riguardante la presenza dei propri collaboratori durante le sedute di laurea, il titolare dello studio chiarisce: «Rispettiamo la legge in merito all’accesso agli eventi pubblici. Poi se qualcuno ci chiede se abbiamo accordi tra noi professionisti, che ci portano a dividerci la copertura degli stessi eventi – prosegue – non abbiamo alcun problema a dire che sia così, ma non c’è nulla di strano e sono cose alla luce del sole». Nessuna ingerenza, poi, sulla presenza durante le sedute di fotografi di famiglia: «Basta assistere durante una cerimonia di laurea, per accorgersi che a fare fotografie non siamo solo noi, ma tante persone. Amici, parenti e anche i fotografi abusivi». Alcuni dei quali farebbero parte del gruppo che ha sollevato la polemica: «Così ci risulta, ma saranno le autorità competenti a fare chiarezza».

Dal canto loro, gli studenti nelle ultime ore hanno specificato di non avere nulla «contro il fotografo che svolge il servizio», ma che la protesta «tocca soltanto l’università». Alla quale chiedono di redigere un regolamento per un servizio svolto «da un ente pubblico», e che per questo deve essere trasparente e accessibile a tutti. Tra le richieste, quella di conoscere preventivamente il costo del servizio fotografico realizzato da Di Giorgio, oltre che un chiarimento in merito alla possibilità per ogni studente di «ingaggiare un qualsiasi altro professionista di gradimento».

Simone Olivelli

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