Tanti indici, ma nessun primato. Anzi, molti risultati mediocri. La classifica Censis sulle università italiane rilascia una fotografia non positiva degli atenei siciliani. Sia Palermo, che Catania e Messina – tra gli statali – e la Kore di Enna per gli atenei non statali. Il ranking, che fa riferimento all’anno accademico 2016-17, si basa su una serie di criteri che vanno dalle somme spese per le borse di studio al numero di pasti erogati agli studenti e quello dei posti letto riservati a chi arriva da fuori regione. Per quanto riguarda le strutture sono stati presi in considerazioni i posti nelle aule, nelle biblioteche e nei laboratori, mentre sotto la dicitura comunicazione e servizi digitali rientra la valutazione dei siti internet. A essere giudicata è stata anche l’internazionalizzzione delle università, inteso come numero degli studenti stranieri iscritti, quello di chi ha trascorso un periodo fuori e più in generale la spesa che ogni ateneo affronta per favorire la mobilità dei propri studenti.
Le classifiche generali sono state create tenendo conto anche delle dimensioni delle università. In tal senso, Catania rientra tra i mega-atenei, piazzandosi però al penultimo posto (nona su dieci) con 76 punti, in una classifica guidata da Bologna con 92 punti, a sua volta seguita a pari merito da Firenze, Padova e La Sapienza di Roma. Dietro all’università etnea solo la Federico II di Napoli. Guardando ai singoli indici, i risultati meno buoni Catania li ottiene nell’internalizzazione dove è ultima, nella comunicazione (penultima) e nelle borse di studio in cui è ottava. Un po’ meglio nei servizi e nelle strutture, piazzandosi rispettivamente al sesto e al quarto posto.
Palermo e Messina sono inseriti invece tra i sedici grandi atenei. L’università panormita è settima con 83,8 punti (prima Perugia, seconda l’Università della Calabria), mentre quella peloritana dodicesima. Anche in questo caso, dai singoli indici si traggono pochi sorrisi: se Palermo si distingue per la comunicazione digitale – secondo posto – e le strutture – sesto posto -, appartiene alla seconda metà della classifica per servizi, borse di studio e internazionalizzazione. Quest’ultima voce è quella dove l’università di Palermo fa meno bene, piazzandosi all’undicesimo posto. Discorso simile anche per Messina, dove il risultato migliore è ottenuto nella classifica riguardante i posti in aule studio, laboratori e biblioteche, dove è superata soltanto dall’università di Parma. Discreto anche il piazzamento nella comunicazione (settimo), mentre scarso quelle nelle borse di studio (11esimo). Molto male, infine, nei servizi in cui è penultimo, restando sopra solo all’ateneo Campania Vanvitelli, e nell’internazionalizzazione dove fa peggio di tutti.
Nel caso della Kore di Enna il confronto viene fatto con gli altri quattro atenei di medie dimensioni non statali, ovvero Roma Luiss, Roma Lumsa, Milano Iulm e Napoli Benincasa. Nella classifica generale la posizione occupata dall’università siciliana è la penultima, frutto di un ultimo posto in internazionalizzazione e comunicazione, di un posizionamento a metà classifica tra servizi e strutture e di un secondo posto nelle borse di studio, con 81 punti. Meglio di Roma Lumsa, Milano Iulm e Napoli Benincasa, ma molto dietro alla Luiss (110 punti).
Molte ombre e poche luci anche nelle classifiche riguardanti la didattica. Tutti gli atenei, in più di un caso, occupano i bassifondi delle graduatorie. In questo caso il dato generale viene ottenuto prendendo in considerazione la progressione della carriera e l’internazionalizzazione. Catania, per esempio, è ultima su 48 nel corso magistrale di giurisprudenza. Sono 67 i punti per l’ateneo catanese. Non molto meglio nel ramo socio-politico delle lauree triennali, dove è terzultimo su 40. Terzultima piazza che viene ottenuta anche nelle triennali del ramo economico e di quello sportivo, nonché nella magistrale in odontoiatria. In medicina e chirurgia, invece, Catania si piazza ventisettesima su 37. Per quanto riguarda Messina, spicca l’ultimo posto nel ramo socio-politico (lauree triennale), mentre in giurisprudenza è sestultima e in odontoiatria quartultimo. Penultimo posto, invece, nelle lauree triennali in campo psicologico. La magistrale migliore in giurisprudenza – stando alla classifica Censis – è a Palermo, con il locale ateneo che si piazza 33esimo su 48. Ultimo posto, invece, nelle triennali del settore sportivo, mentre quintultimi in quelle riguardanti il settore economico, psicologico e socio-politico. Molto male anche in architettura: nella classifica riguardante la magistrale (nel cui ramo rientrano anche i corsi in ingegnerie edile-architettura) Palermo è quartultimo, mentre nella triennale penultimo.
Risultati tutt’altro che buoni, infine, anche per la Kore. L’università ennese si piazza ultima nelle lauree triennali in ingegneria, del ramo letterario-umanistico, linguistico, psicologico, mentre è penultima – davanti a Napoli Benincasa – nelle triennali del settore socio-politico.
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