Nonostante il Paese sembri dirigersi verso la chiusura delle frontiere per negare l’accesso in Europa ai migranti provenienti dall’Africa, a Palermo si continua a scommettere sull’integrazione e sulla convivenza di più culture, sia come volano per l’economia locale che come arricchimento umano e di comunità. Proprio per questo motivo si cerca non di chiudere agli sbarchi ma di accogliere sempre meglio chi arriva dopo un lungo e faticosissimo viaggio. Così dopo diversi momenti di studio e focus group è nato il master universitario di II livello per creare la figura di Esperto dei processi di accoglienza dei migranti e di inclusione interculturale, promosso dal Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Palermo. È stato pubblicato il bando di ammissione, che resta aperto fino al prossimo 21 marzo.
«Io insegno da diverso tempo tecniche per ridurre il pregiudizio alla facoltà di Psicologia partendo dal presupposto che l’inclusione è un compito interattivo – dice Cristiano Inguglia, coordinatore del nuovo master -. Insieme a un gruppo di docenti e ricercatori dell’università ci siamo accorti che sull’accoglienza i percorsi formativi si sono concentrati sulla conoscenza di diverse lingue e sulla legislazione, sul diritto, ma pochissimo sull’aspetto psicologico. Durante le mie lezioni gli studenti mi chiedevano di approfondire aspetti di etnopsicologia e cioè la psicologia applicata ai differenti usi e costumi dei paesi di origine e ho capito che è un terreno ancora poco battuto». Il master è il prodotto del lavoro di un gruppo interistituzionale che coinvolge docenti e ricercatori dell’Università di Palermo insieme a esperti esterni che da anni si occupano di queste tematiche.
L’obiettivo è formare figure in grado di gestire i processi legati all’accoglienza dei migranti e all’inclusione interculturale, ma anche di ideare e attuare un modello di accoglienza praticabile ed eticamente sostenibile. Il master è rivolto a laureati magistrali di diverse discipline tra cui Psicologia, Scienze dell’educazione, Sociale, Cooperazione e Sviluppo, Scienze della Comunicazione, Sociologia, Antropologia e Medicina. Il numero massimo di destinatari è 25, il master costa duemila euro e sono prevista 1500 ore spalmate tra teoria e pratica e partirà ad aprile. Sei saranno i moduli trattati: 1. La migrazione come fenomeno storico, sociologico e antropologico; 2. Teoria e tecnica della gestione delle relazioni interculturali; 3. L’accoglienza e l’inclusione: visioni e strutture; 4. Malattia e salute: differenti letture culturali alla luce dell’etnopsicologia e psichiatria transculturale; 5. Le sfide attuali dei contesti specifici di intervento; 6. Progettazione, valutazione e orientamento professionale.
«Il piano didattico del master nasce dal confronto tra diverse professionalità e da un’analisi alle esigenze del territorio e del mercato del lavoro – aggiunge Inguglia – Dopo avere buttato giù delle proposte abbiamo fatto due focus group dove abbiamo invitato degli studenti e dei professionisti che lavorano in ambito di accoglienza per un confronto. È stato un momento molto importante: è uscito fuori, ad esempio, un aspetto che si è affrontato poco e niente e cioè le diversità di orientamento di genere sui migranti. Ci possono essere diverse possibilità lavorative in questo settore che ha sempre un mercato con una richiesta in crescita e allo stesso tempo c’è necessita di avere queste competenze trasversali in diversi ambiti».
Il consiglio scientifico del master è composto da: Cristiano Inguglia, Alida Lo Coco, Yodit Abraha, Gabriele Profita, Sonia Ingoglia, Roberta Lo Bianco, Martino Lo Cascio, Giovanna Manna, Pasquale Musso.
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