Legittimo. È la decisione che il Tribunale amministrativo regionale ha preso in merito allo statuto dell’università di Catania. A presentare il ricorso, pochi mesi fa, è stata una componente del consiglio d’amministrazione universitario, la docente Febronia Elia. La carta statutaria – firmata dall’allora rettore Antonino Recca – è stata al centro di controversie giuridiche fin dalla sua entrata in vigore, tra le polemiche, nel dicembre 2011. La vicenda è tornata alla ribalta lo scorso marzo, quando una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativo ne ha dichiarato l’illegittimità. Secondo quanto sostenuto dai vertici di Unict, però, quello messo in discussione dai giudici non era più dello stesso statuto incriminato, dato che nel frattempo la nuova amministrazione guidata dal magnifico Giacomo Pignataro ne ha superato i rilievi.
Una tesi confermata dallo stesso ministero dell’Istruzione che aveva presentato inizialmente il ricorso poi proseguito nel successivo grado di giudizio. Secondo Daniele Livon, direttore generale del Miur, «le censure del supremo giudice amministrativo siciliano possono ritenersi assorbite dalle modifiche deliberate dagli organi di ateneo». Già lo scorso 29 maggio Pignataro ha ottenuto dall’assemblea l’approvazione anche alle ultime richieste di variazioni giunte da Roma.
Diverso il parere della professoressa Elia, che nell’appello presentato a luglio ha chiesto l’elezione di nuovi organi di governo. Una scelta che viene anche da «numerose sollecitazioni pervenutemi dai colleghi», ha spiegato la docente in una lettera diffusa alla stampa. Da qui anche l’esigenza di presentare l’istanza di trattazione anticipata, accolta dal Tar. Febronia Elia, infatti, «ha interesse pieno, concreto e attuale ad avanzare la propria candidatura per l’elezione dei nuovi organi statutari». Ma dietro l’angolo ci sarebbe stato il rischio di superare i limiti d’età previsti dal regolamento sia per la carica di rettore che per quella di componente del consiglio d’amministrazione.
Con la sentenza di oggi si chiude una pagina che in passato ha visto emergere aspri scontri all’interno dell’università etnea. Il prossimo anno si terranno dunque regolarmente le elezioni per il rinnovo di senato accademico e consiglio d’amministrazione. Per la nomina dell’eventuale successore di Giacomo Pignataro, invece, il termine è il 2019.
«La sentenza ha riconosciuto l’assoluta correttezza del percorso che l’ateneo ha portato a termine per adeguare il proprio statuto a tutti i rilievi ministeriali – scrive il rettore in una nota – facendo così cessare i motivi di un contrasto aspro che si era determinato con l’amministrazione statale» già dal 2011. «Riconoscendo che “non sussiste alcuna illegittima inerzia” – continua Pignataro – la decisione della giustizia amministrativa pone fine a un contenzioso che ha alimentato la rappresentazione, sia pur marginale, di un ateneo diviso». «Verrà prontamente avanzato appello», assicura dal canto suo Febronia Elia. «Anche per dare voce ad una comunità universitaria che, in tutte le sue componenti, denuncia un crescente disagio di fronte ad una gestione sempre più improvvisata e autoreferenziale, fonte di caos, in particolare, fra il personale tecnico-amministrativo».
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