Sei anni di dottorati e due di finanziamenti per la ricerca. È a quanto corrispondono, per fare un esempio pratico, i dieci milioni che Unict ha in cassa ma congelati. In attesa di doverli restituire – otto milioni e mezzo alla Regione e il resto forse al ministero dell’Istruzione – perché spesi in modo errato nell’ambito dei finanziamenti per i lavori della Torre biologica e del polo tecnologico di Ingegneria, entrambi in via Santa Sofia, e del polo didattico di Giurisprudenza in via Roccaromana. Tre grandi opere che – dall’ideazione all’inaugurazione – hanno attraversato i mandati di diversi rettori e direttori amministrativi, ma i cui lavori si sono concentrati per lo più durante gli anni di Antonino Recca e Lucio Maggio. Vicende al centro degli approfondimenti della successiva gestione di Giacomo Pignataro e Federico Portoghese e sulle quali resta da capire la posizione che assumerà il nuovo rettore designato dopo le elezioni di febbraio. Ma a esprimersi è stato intanto il Genio civile di Catania, a cui spettano i controlli sulle spese per le quali Unict ha chiesto il finanziamento regionale del piano Po Fesr 2007-2013, in parte poi confluite nel piano ministeriale Brit per la ricerca e l’innovazione.
Torre biologica
Sui costi della Torre biologica, lievitati di dieci milioni dall’approvazione del progetto nel 2003 alla sua inaugurazione nel 2016, si è già scritto parecchio. Dal doppio pagamento alla fallita ditta Sigenco alle penali non richieste da Unict, nella lista dei nodi si vanno ad aggiungere gli oltre cinque milioni di spese dichiarate inammissibili dal Genio civile etneo. A essere messe in dubbio sono tutt’e quattro le perizie di variante che hanno accompagnato la storia di Torre biologica, «non apparendo le cause che le hanno generate del tutto imprevedibili e in alcuni casi configurandosi anche come lavori aggiuntivi». Per un totale contestato di oltre due milioni e mezzo, cioè l’intera somma rendicontata. A cui si aggiunge un milione e mezzo perso per sei sub-affidamenti in cui si supera il limite dei centomila euro – in un caso 800mila sono andati a una ditta di cornici e altri elementi decorativi in gesso -, il cui sforamento renderebbe semmai questi lavori inquadrabili come sub-appalti. E ancora, come cifre non riconosciute legittime, si trovano 400mila euro per un contenzioso con l’Agenzia delle entrate, 20mila euro di pagamenti precedenti al 2007 e oltre 500mila euro per i servizi di ingegneria dello Studio valle.
Polo tecnologico di Ingegneria
Quasi 17mila metri quadrati di laboratori, aule e uffici in via Santa Sofia, la cui costruzione viene avviata nel 2012 sotto Recca e inaugurata con Pignataro. A fronte di un’attestazione di spesa di oltre sei milioni di euro, a essere tagliati dal Genio civile sono ben quattro milioni. Dai costi sostenuti da Unict per la procedura di gara e il contratto di appalto, al 25 per cento del costo delle varianti perché ancora una volta non del tutto giustificate da «cause imprevedibili» secondo il Genio civile. E anche in questo caso emerge poi un problema con l’affidamento dei lavori: un milione di euro viene tagliato perché i sub-appalti superano il limite del 30 per cento dell’importo totale del contratto, così come nei sub-affidamenti cinque superano ancora una volta la soglia di centomila euro senza i necessari documenti. Alcuni sforano di poco come la fornitura per pavimento autolivellante in resina fuori limite per mille euro, ma nel caso della fornitura di capannoni prefabbricati si tratta di una spesa otto volte superiore a quella ammissibile. Altri 17mila euro, infine, vengono bocciati per le «spese di competenze tecniche per collaudo statico il cui incarico è stato conferito fiduciariamente», e ulteriori tremila euro perché i membri delle commissioni di gara e di validazione erano tutti personale interno all’ateneo.
Polo didattico di Giurisprudenza
Un’attesa struttura con aule, uffici, biblioteca, sala informatica e giardini. Inaugurata nel 2012 dall’allora rettore Recca, su cinque milioni di attestazione sono state scartate spese per un milione e 200mila euro. Comprese quelle da 2.500 euro per «l’incarico fiduciario relativo al trasloco e al ripristino delle serrature di ingresso». Circa 65mila euro vengono poi tolti da un lato e 200mila da un altro per le spese sostenute da Unict negli accordi con la ditta Rpa srl – società di Perugia che ha curato la progettazione – a seguito di contestazioni o contenziosi. Altri 55mila euro sono depennati dal Genio civile per l’estensione di un incarico professionale affidata senza la procedura di selezione necessaria negli appalti pubblici. E ancora il solito 25 per cento delle varianti non del tutto impreviste – per un totale di 400mila euro persi – e altri 500mila euro per tre sub-affidamenti che sforavano i limiti.
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