«Il museo è ancora oggi un sistema di diffusione capillare della conoscenza e la mostra di cui si avvale il nostro ateneo si inserisce in un panorama universitario aperto sempre più al territorio e alla scuola». Così Alessandra Gentile, prorettore di Unict, commenta la mostra dal titolo Biodiversità dei mari, il racconto dei fossili, inaugurata al museo di Scienze della Terra di Catania. L’esposizione – realizzata nell’ambito del progetto interuniversitario Ritmare – è visitabile gratuitamente presso la struttura interna al Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali per appuntamento dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13. Il progetto della sala museale – sviluppato attraverso anni di attività – accoglie esemplari di gasteropodi, cefalopodi, bivalvi, brizoi, foraminiferi, echinodermi, crostacei e anelliti.
L’esposizione – i cui pannelli presentano diverse specie di conchiglie e varie tipologie di fossili, per lo più provenienti da private collezioni – rientra negli studi marini e marittimi portati avanti dal programma di ricerca Ritmare. «È il frutto dell’innovazione e della realizzazione di un consorzio interdisciplinare con enti di ricerca accademici e privati, l’industria e il governo», spiega Renata Denaro, docente dell’Università degli studi di Messina e rappresentante del Consiglio Nazionale di Ricerca. Che ha affermato: «Uno dei nostri obiettivi principali è il coinvolgimento della società e l’inaugurazione di questa sala rientra proprio in questo tipo di intenti che coltiviamo anche attraverso l’uso di social network come Facebook e Twitter». Da qui la volontà di dimostrare anche alle masse che un percorso di bioeconomia è ancora possibile.
La mostra – ideata e realizzata dalle docenti di Unict Antonietta Rosso e Rossana Sanfilippo – è stata allestita in occasione della Settimana della Cultura Scientifica.
«L’università di Catania e l’università Bicocca di Milano si sono occupate della divulgazione delle conoscenze del mare nelle scuole, coinvolgendo scuole medie superiori di indirizzo classico e scientifico», ha spiegato Rosso in relazione all’impegno etneo all’interno di Ritmare. E ha aggiunto: «La mostra dà anche il senso degli ambienti estremi del mar Mediterraneo, dalle variazioni climatiche all’incidenza faunistica sulla biodiversità, dall’accrescimento di organismi e microrganismi alla loro diminuzione, e consente studi per future proiezioni».
Ad auspicare un maggiore coinvolgimento dell’amministrazione comunale nella divulgazione e nella fruizione della cultura scientifica è stato il direttore del dipartimento ospitante Pietro Pavone. «Ringraziamo l’assessore all’Ecosistema urbano Rosario D’Agata per l’apprezzamento dimostrato nei confronti della nostra iniziativa ma cogliamo l’occasione per chiedere alla giunta comunale una maggiore attenzione verso il patrimonio museale di Catania», ha spiegato Pavone. Che ha aggiunto: «Forse non tutti sanno che la nostra città è dotata di un museo di Scienze della Terra, un Orto botanico invidiabile e un museo di zoologia».
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