Unict, elezioni a marzo e buono libri ridotto al 20 per cento Cda ribalta esito del senato. Alleanza: «Una piccola vittoria»

Basta tagli all’università e alla ricerca. Il ritornello si ripete da anni come un mantra. Ma, nonostante battaglie e proteste, lo slogan rimane solo sulla carta. A Catania non è bastata l’introduzione della tassa di duecento euro per gli studenti irregolari. Complice l’emanazione della legge che vincola i librai all’erogazione di uno sconto nel limite del 5 per cento e non più del 10, l’ateneo ha anche ridotto il bonus usufruibile dagli studenti per l’acquisto dei testi didattici dal 27 al 20 per cento. Dopo giorni di trattative, polemiche e qualche bagarre, le associazioni sono riuscite a ottenere anche il rinvio delle elezioni universitarie (prima pensate a dicembre, poi a marzo e poi posticipate ancora di una settimana rispetto alla data proposta dal rettore) al 16, 17 e 18 marzo 2021 per «salvaguardare la salute degli studenti ai tempi della pandemia», dicono le associazioni, e al contempo permettere l’avvio di tutte le lezioni nei vari dipartimenti.

Una mezza vittoria, invece, quella che riguarda la rimodulazione della convenzione del bonus libro: dall’originaria posizione del rettore Francesco Priolo che prevedeva la riduzione al 17 per cento – confermata fino alla seduta del senato accademico nonostante il voto contrario di sei senatori -, i rappresentanti in Consiglio di amministrazione sono riusciti a ottenere il 20 per cento (il 15 per cento erogato dall’università e il 5 dall’associazione dei librai). A ottenere lo strappo finale sarebbero stati i consiglieri Maurizio Anicito di Alleanza Universitaria e Alessio Losi di Actea e Citing che, dopo due interventi, sono riusciti a convincere l’organo collegiale che la cifra del 17 per cento avrebbe influito e non poco sulle condizioni economiche degli studenti in un periodo di emergenza come quello attuale. Se Losi ha richiesto il rinvio della discussione, Anicito è il vero e proprio fautore della proposta di ridurre lo sconto al 20 per cento (e non più al 17), poi accolta dal cda. «L’università aveva puntato al ribasso – spiega il diretto interessato a MeridioNews -, ma grazie ai nostri interventi che trovano giustificazione nel periodo difficile che stiamo attraversando, siamo riusciti a ottenere una piccola vittoria perché era doveroso tendere una mano agli studenti». Circostanza, questa, che è stata condivisa anche da alcuni docenti in cda come Giuseppe Mulone e Daniela Baglieri. Ma c’è poco da festeggiare perché la vittoria di Alleanza è solo politica. Gli iscritti all’ateneo di Catania invece passano dalla padella alla brace. «L’Università sostiene di essere in difficoltà economica – spiega Benedetta Tringali di StudAut, che non ha rappresentanti in seno agli organi superiori d’ateneo – e tenta di rimediare, come sempre, con l’introduzione di tasse e tagli a discapito degli studenti». 

Chi, invece, ricopre ruoli istituzionali sostiene di avere fatto di tutto per limitare i danni. «All’inizio avevamo proposto il 22 per cento complessivo, ma purtroppo non ci siamo arrivati», ammette Anicito. «Nessuno studente – gli fa eco Losi a MeridioNews – avrebbe accettato la proposta del rettore». Cioè la riduzione al 17 per cento. «Né tanto meno – prosegue il consigliere di Actea – agli studenti può interessare la proporzione tra il contributo erogato dall’università e quello dei librai, ovvero i motivi esposti dal rettore per giustificare il taglio». 

Intanto pullulano i post sui social delle associazioni che ringraziano pubblicamente i consiglieri per il risultato ottenuto. Alleanza universitaria, Actea e anche Svegliati Catania, scuola e università hanno voluto subito condividere la notizia sui rispettivi profili. Un buco nell’acqua invece per Arcadia che, sebbene abbia votato contro in Senato, il giorno prima della seduta del Cda aveva già comunicato tramite i propri canali social che il bonus si sarebbe definitivamente ridotto al 17 per cento al posto dell’effettivo venti. Forse un po’ presto per tirare le somme. Intanto, dopo la chiusura di gran parte delle aule studio e la sospensione delle lezioni in presenza in alcuni dipartimenti, il Crui (ovvero la Conferenza dei rettori delle università italiane) si è riunito ieri pomeriggio per ridiscutere lo svolgimento futuro delle attività didattiche.

Gabriele Patti

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