Unict, 21mila euro al mese per la Web-tv Cuda: «Intervenga nuova amministrazione»

In data 14 luglio 2009, l’Ateneo di Catania stipulava un contratto d’affitto con la Impianti Sportivi Alberghieri S.r.l., società con sede a Catania in via Centuripe 1/C. Tale contratto prevede la locazione di uno stabile situato a Catania, tra via Umberto, via Sangiorgi e via Tagliamento, di oltre mille metri quadrati, con destinazione «uffici e aule didattiche», per sei anni, fino al giugno del 2015, senza possibilità di recesso da parte dell’Università stessa.

In questo stabile non si sono mai svolte lezioni o laboratori; dopo qualche tempo, e dopo dei lavori di adattamento – non poco costosi – pagati sempre dall’ateneo, è stata trasferita lì Radio Zammù; e poi, dopo il novembre 2011, la costituenda e poi costituita Web-Tv d’ateneo, la cui linea editoriale e il cui progetto di comunicazione non risultano mai (cosa strana) essere stati vagliati né approvati dagli organi dell’ateneo, la quale Web-Tv ha come direttore il signor Recca Severino.

L’affitto dello stabile, d’altronde, era un vero affare: 252.000 euro annui, ovvero 21.000 euro al mese, un canone al di fuori di qualsiasi ragionevole valore di mercato (fate mente locale: voi riuscireste ad affittare a 2.100 euro al mese un appartamento di famiglia di circa 100 metri quadrati, l’equivalente di un decimo dello stabile in oggetto?)

Facciamo dunque un po’ di conti. In sei anni Unict ha speso e spenderà per l’affitto di questo spazio (che continua a costarci 700 euro al giorno) oltre un milione e mezzo di euro; spesa esorbitante alla quale vanno aggiunti i soldi della ristrutturazione e le spese per le attrezzature della Web-TV (sulle quali per ora non entriamo in merito e che non computiamo).

Insomma, facendo un primo totale, quel che è certo è che circa 1,6 milioni di euro sono andati via, in fumo. Di certo, crediamo, questo affitto d’oro verrà dismesso alla scadenza (ma il danno resterà); di certo la Web-Tv d’ateneo si darà un progetto chiaro e una mission condivisa. Restano le macerie, però.

Ci chiediamo, dopo che è stato detto per anni che non c’erano soldi per tutorati, dottorati, assegni di ricerca, precari dell’amministrazione e della ricerca, corsi di studio… Cosa si sarebbe potuto fare, di più e di meglio, con questi 1,6 milioni di euro (senza considerare altre spese…) in tutti questi anni?

Siamo certi che la presente Amministrazione vorrà e saprà sanare queste situazioni. Chiediamo però, anche, che tali scelte del passato abbiano evidenza pubblica; così che ognuno possa farsi un’idea: sul passato, ma anche sul presente del nostro Ateneo.

Vai al blog del Coordinamento Unico d’Ateneo, Fuori dal Coro.

Redazione

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