“Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni” cantava Franco Battiato qualche anno fa. La canzone, amatissima dal grande pubblico, era ‘Povera patria’. Una canzone tornata alla ribalta in queste ore. E proprio una ‘Povera Patria’, infatti, come ha scritto l’Huffington Post, quella che sta attaccando l’ormai ex assessore regionale al Turismo per una frase, certamente forte ma, non così lontana da quella che è stata la realtà politica italiana.
A nulla è servito il chiarimento di Battiato : “Non volevo affatto offendere le donne, ne’ sono mai stato sessista. Facevo riferimento a un malcostume politico. Parlando di ‘troie’ facevo riferimento a ‘prostituzione’, sia maschile che femminile. Ad ogni modo facevo riferimento al vecchio Parlamento, dove c’erano personaggi assurdi, di una certa parte politica, pronti a tutto. Ne’ all’attuale Parlamento ne’ a quello europeo. E’ peggio dire ‘troia’ o accettare tutte le cose che hanno fatto alcune persone, disposti a tutti e di cui vergognarsi?”.
Il cantautore siciliano, oggi intervistato da Vittorio Zucconi, ha aggiunto: “Non era riferita alle donne, dunque non devo scusarmi. Io sono fatto così, sono libero, e Crocetta lo sa bene. Io non sono un politico. Voglio denunciare la prostituzione dei politici che si sono venduti”.
Parole che, c’ è da scommetterci, la gente comune vorrebbe sentire ogni giorno. Ma a quanto pare, in’Italia , che è un Paese straordinario e per nulla normale, come ironizzava Forattini su una famosa vignetta, i politicanti non gradiscono chi ha il coraggio di dire le cose per come stanno. Qui vige la regola del politically correct. Ottimo modo per celebrare ogni forma di ipocrisia.
Non a caso commenta così quello che è successo, il giornalista Pietrangelo Buttafuoco: La cosa che mi fa riflettere è proprio la reazione. Bisogna analizzare il riflesso pavloviano. Lui non ha fatto altro che dire quello che una legislatura prima disse Paolo Guzzanti con il libro Mignottocrazia, ma non ci furono le reazioni che ci sono state adesso. Io ricordo applausi a scena aperta da sinistra. Sono sicuro che se alla sua frase avesse aggiunto di destra non ci sarebbe stata una levata di scudi. Sicuramente non avrebbe parlato il Presidente Boldrini, sicuramente Crocetta non lo avrebbe espulso e l’opinione pubblica così avvertita, così sensibile, non avrebbe mosso ciglio. Ed è per questo che la reazione mi sorprende.
Divertente (se non fosse tragico) che a reagire in maniera più virulenta, accusando Battiato di avere offeso le istituzioni, ci siano anche quelli che le istituzioni ‘se le sono mangiate’. Ancora più divertente (sempre in senso lato) leggere le dichiarazioni sdegnate delle donne del Pdl. Da Simona Vicari a Gabriella Giammanco: ”Dopo le indecenti parole di Battiato sulle donne in Parlamento la revoca del suo incarico di assessore mi sembra davvero il minimo” afferma la deputata del Popolo della Liberta”’. ”Ho sempre stimato Battiato – prosegue la Giammanco- come artista ma da ieri lo considero solo una persona volgare, insensibile, priva del senso delle istituzioni e assolutamente inadatta a ricoprire l’incarico che gli era stato affidato”. Ricordiamo male o proprio nel Pdl si registrano i casi più numerosi di donne arrivate alla politica per vie alternative? La politica del bunga bunga non è forse una espressione cucita addosso a questo partito? Mah…
Per inciso, anche le benpensanti del Pd hanno reagito malissimo. Per loro evidentemente, che se la ridevano alla grande quando la satira accomunava tutte le donne di destra alle peggiori prostitute, come ricorda Buttafuoco, frasi di questo tipo ora sono troppo offensive.
Quello che è certo è che molto ambiguo è stato il comportamento del Presidente della Regione, Rosario Crocetta. Che ha fatto di tutto per averlo in giunta. E che fino a qualche giorno fa lo elogiava per le sue idee. Ma, alla prima difficoltà, lo ha mollato. Come mai? E come mai tanto accanimento?
C’entra qualcosa il fatto che Battiato aveva ‘minacciato’ di volere porre fine alle ruberie che hanno devastato le casse dell’assessorato regionale al Turismo? C’entra qualcosa la sua volontà di denunciare ogni forma di opacità nell’assegnazione dei fondi europei? C’entra qualcosa il suo no (unico e solo) allo scempio del rigassificatore alle spalle della Valle dei Templi? Questi ‘errori’ in Sicilia si possono rivelare fatali.
Può darsi anche che Crocetta, dopo avere fatto lo show della giunta composta da nomi altisonanti, abbia approfittato della prima occasione utile per liberarsi di una assessore che di certo non sarebbe stato accomodante.
Ne è convinto anche Nello Musumeci, leader de La Destra in Sicilia e deputato regionale. Che di certo non condivide il registro delle frasi di Battiato. E che da tempo ne chiede le dimissioni (non solo le sue) perché convinto, da buon amministratore quale è stato, che ognuno debba fare il proprio mestiere e che la politica non è qualcosa che si può improvvisare. Anche se armati di buone intenzioni.
“Ovvio che Crocetta abbia approfittato di questa storia per liberarsi di un assessore ingombrante- dice Musumeci a LinkSicilia- deve tenere buona la sua maggioranza che non ha voce in capitolo e magari ringraziare qualcuno per il sostegno elettorale alle ultime politiche. Ha bisogno di uomini controllabili nei posti chiave dell’amministrazione”.
Altro che difesa dell’onore delle istituzioni… Manuale Cencelli in versione Megafono?
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