Una donna al vertice di Sala delle Lapidi?

Mentre il vecchio Consiglio comunale di Palermo si balocca nel nulla, evitando ‘accuratamente’ di approvare il bilancio 2012 (perché fare questa ‘cortesia’ alla nuova amministrazione di centrosinistra se la maggioranza della vecchia assemblea di Sala delle Lapidi è di centrodestra?), in attesa che si insedi il nuovo Consiglio comunale potrebbe venire fuori, nelle prossime ore, una novità: una raccolta di firme per affidare la presidenza del Consiglio comunale del capoluogo siciliano a una donna.

In effetti, da quando il Sindaco viene eletto direttamente dal popolo, il Consiglio comunale di Palermo è sempre stato presieduto da un uomo. Potrebbe essere arrivato il momento di cambiare. Anche se in politica, a dir la verità, le scelte di fondo non sono quasi mai dettate da problemi di ‘genere’, ma da altri elementi.

In ogni caso, se, come si sussurra, dovesse materializzarsi un appello con le firme di donne che da anni sono impegnate, a Palermo, nel sociale, tutta la politica cittadina – con in testa lo stesso Sindaco, Leoluca orlando – dovrebbe valutare attentamente l’eventuale proposta.

Per ora i giochi sono fermi perché, com’è noto, si sta procedendo alla riconta dei verbali elettorali. Una verifica che, come abbiamo più volte scritto nei giorni scorsi, potrebbe far mutare la ‘geografia’ del Consiglio comunale di Palermo rispetto al conteggio fatto all’indomani del voto.

Allora, è noto, ben tre liste non hanno raggiunto per pochi voti il 5 per cento, che è la soglia di sbarramento sotto la quale non si ha diritto ad avere propri rappresentanti in Consiglio comunale. I tre partiti sono il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, la Federazione della Sinistra (con dento Rifondazione comunista, Verdi e il ‘cartello’ della Sinistra) e Futuro e libertà.

Stando a indiscrezioni, la Federazione della Sinistra e il Movimento 5 Stelle, dopo la riconta dei verbali, potrebbero raggiungere il 5 per cento dei voti a avere diritto a propri rappresentanti a Sala delle Lapidi. Ciò significherebbe che almeno due partiti perderebbero un consigliere comunale a testa. Mentre la Federazione della Sinistra, che ha sostenuto Orlando (e quindi risulterebbe tra i vincitori delle elezioni) avrebbe diritto al premio di maggioranza, cioè a 8-9 seggi (che dovrebbero essere ceduti da Italia dei Valori che, in questo momento, essendo l’unica lista schierata con Orlando ad aver superato il 5 per cento, avrebbe diritto a tutto il premio di maggioranza: e cioè a 30 consiglieri comunali su 50).

Tutti questi conteggi, è chiaro, andranno fatti tra qualche giorno, quando si insedierà il nuovo Consiglio comunale. Solo all’atto della proclamazione, infatti, si conosceranno i nomi dei 50 consiglieri comunali.

In ogni caso Italia dei Valori resterebbe comunque il partito di maggioranza a Sala delle Lapidi. Ed è a questo partito che dovrà esprimere il presidente del Consiglio comunale.

Un altro problema da risolvere – problema nuovo, in verità – è il bilancio comunale di quest’anno. Una circolare dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Caterina Chinnici, ha fissato al 30 giugno la data entro la quale il Consiglio comunale dovrà approvare il bilancio 2012 (in questo caso ci riferiamo al vecchio Consiglio comunale che è ancora in carica, visto il nuovo non si è ancora insediato perché, come già accennato, è ancora in corso il riconteggio dei verbali elettorali). La circolare si è resa necessaria per la coincidenza del quarto mese di esercizio provvisorio (aprile) con le recenti elezioni comunali.

In genere, quando un Consiglio comunale non approva il bilancio entro i termini di legge, l’amministrazione regionale, secondo quanto stabilito nell’Orel (Ordinamento regionale degli enti locali), invia un commissario ad acta che, sostituendosi al Consiglio comunale, approva il bilancio. Nel caso di Palermo, con molta probabilità, assisteremo al vecchio Consiglio comunale che non approverà il bilancio, lasciando la ‘patata bollente’ al nuovo Consiglio comunale che, comunque, non avrà certo responsabilità.

A questo punto, bisognerà capire se sarà il nuovo Consiglio comunale ad approvare il bilancio o se di questo si occuperà un commissario ad acta. Non è una vicenda semplice, anche perché non è normare che un Consiglio comunale – con riferimento a quello uscente – non approvi il bilancio entra il 30 aprile dell’anno in corso. Questo a Palermo si è verificato perché la passata amministrazione comunale ha lasciato in eredità ai nuovi amministratori un ‘buco’ di bilancio di oltre 500 milioni di euro.

 

 

Redazione

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