Una catanese nel tempio dell’arte orafa europea «Tutto è cambiato dopo una richiesta della nonna»

Da una semplice lastrina può venire fuori un anello, un ciondolo o un bracciale. È questa la magia che si nasconde dietro la creazione di un gioiello che affascina la ventunenne catanese Federica Vinci, impegnata in uno stage nell’azienda Pomellato, a Milano. Dopo il diploma al liceo artistico Emilio Greco di Catania, dove si è specializzata in architettura e design di interni, l’aspirante progettista orafa ha momentaneamente cambiato strada per il suo futuro, affrontato il test di ammissione per entrare al dipartimento di Architettura. Pur sapendo, in cuor suo, che nonostante la grande passione per l’ambito architettonico intraprendere questo percorso non era ciò che realmente desiderava. 

Ho capito la mia strada grazie a una richiesta della nonna

«Sapevo benissimo che la mia strada era un’altra, ma non lo avevo ancora capito fino in fondo – racconta la giovane a MeridioNews -. Ho avuto la conferma quando mia nonna un giorno decise di regalarmi un anello, mi propose di disegnarlo da sola e farlo realizzare dal nostro orafo di fiducia». E così ha fatto Federica, in cui nel frattempo è nata una vera e propria passione per il gioiello, le sue forme e i materiali da utilizzare. «Quando me l’hanno consegnato è stato un momento unico. Avere tra le mani un anello pensato da me è stata un’emozione forte».

Ancora più forte, però, è stato il desiderio di conoscere e comprendere le fasi di lavorazione e realizzazione di quel gioiello. «La curiosità mi ha spinto a cercare su internet scuole o corsi». E così ha trovato l’Accademia orafa italiana, che ha sede a Catania, dove ha approfondito lo studio delle varie fasi di prototipazione dei gioielli, dalla modellazione iniziale fino alla lavorazione del prodotto finito. E dove nel 2016 ha ottenuto, in soli due anni, il diploma di modellista orafa in design del gioiello e arti orafe.

Dopo un anno è arrivata la chiamata da Bulgari e Federica non ci ha pensato due volte, facendo le valigie e trasferendosi a Napoli per uno stage. Nel frattempo, però, tramite la fondazione Cologni arti e mestieri di Milano si è aperta una nuova strada. Direzione Pomellato, dove la giovane orafa lavora da tre mesi. In quella che, in ambito europeo, e tra le principali aziende tra i marchi di gioielli. «Durante la prima settimana mi hanno messa alla prova per capire il mio livello e subito mi hanno affidato il primo pezzo da inserire nella collezione 2018 dell’azienda». Un ciondolo e un paio di orecchini preparati dalle disegnatrici e realizzati dalla siciliana, che troveremo esposti nelle vetrine di Dodo durante la prossima stagione autunno-inverno.

«Spero con tutto il cuore di avere la possibilità di rimanere in azienda dopo i sei mesi di stage – si augura la ragazza – Se non dovesse andare così, comunque, sarei felice dell’esperienza e della grande opportunità di imparare che mi è stata data, che sicuramente mi aiuterà ad aprirmi qualche porta in questo bellissimo ambito». La realizzazione di un gioiello ha tantissimi passaggi e Federica sa bene quanta attenzione bisogna mettere in ognuno di questi. «Quando mi arriva un disegno lo guardo e immagino già il pezzo finito. È quello il momento più bello ed emozionante, quando mentre lo stai lucidando con soddisfazione ti rendi conto che è proprio come lo avevi immaginato».

Se fonderà una linea personale? È ancora troppo presto per dirlo, anche se la ragazza è animata da grande entusiasmo. «È un mondo molto difficile, soprattutto nelle grandi città. Ecco perché se mai fonderò una mia linea nascerebbe a Catania, dove tra i colossi e le grandi gioiellerie trovano spazio anche le botteghe artigianali. Non aprirei mai una gioielleria, ma un laboratorio dove potere dare vita alle mie creazioni, anche pensate ad hoc per ogni cliente». E dove forse, un giorno, creerà il gioiello perfetto. «Per me sarebbe un anello, sicuramente il mio cavallo di battaglia, realizzato in oro bianco con una pietra centrale e un pavè tutto intorno».  

Giorgia Lodato

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