«Lavavetri cercasi alla stazione centrale di Catania per il treno 12872 altrimenti da qua non si parte». Potrebbe sembrare un annuncio bizzarro, ma è quello che avranno pensato i passeggeri del treno Catania-Messina di mercoledì. Trentasei minuti di ritardo, con effetti a catena sulle altre corse. Tanto è costato ai pendolari delle 14 che hanno dovuto attendere più di mezz’ora alla stazione centrale di Catania. Motivo del ritardo? Il lunotto anteriore del treno era sporco e non si trovava un lavavetri che potesse pulirlo. Questioni di sacrosanta sicurezza – in controluce, con il vetro sporco, si rischia di provocare incidenti – ma anche di scarsa attenzione, visto che il treno è rimasto fermo in stazione per ben tre ore.
Trenitalia sembra avere una particolare predilezione nel complicare le vite dei viaggiatori siciliani, ma l’ultimo inconveniente dev’essere sembrata una beffa a quanti hanno atteso ai binari. «Rischiare la cancellazione di un treno solo perché non si trovava un lavavetri è inconcepibile» afferma con decisione Giosuè Malaponti, coordinatore del Comitato pendolari siciliani. «Ho telefonato alla direzione regionale di Trenitalia e poco dopo è apparso un addetto alle pulizie». Il dubbio resta: cosa sarebbe successo se in stazione non ci fosse stato il combattivo Malaponti?
Ma questo è solo l’ultimo esempio delle difficoltà quotidiane dei pendolari. A cominciare dalla soppressione dei treni. «Ogni giorno vengono soppressi all’incirca 2mila chilometri – afferma Malaponti – Un vero problema per chi si sposta per lavoro o studio e deve riorganizzare l’intera giornata, cercando un mezzo alternativo». Una situazione per la quale all’azienda non vengono contestate accuse, visto che la Regione non ha il potere di erogare sanzioni. «Non esiste un contratto di servizio tra la regione Sicilia e Trenitalia. Quindi non c’è controllo». La beffa finale – come spesso accade – riguarda il lato economico. Regione e Trenitalia hanno sottoscritto nel 2002 un cofinanziamento per l’acquisto di 40 treni Minuetto. L’Ente ha pagato 46 milioni di euro e l’azienda ha promesso la restituzione della somma in servizi. Ossia più chilometri. Il risultato di tale accordo è sotto gli occhi di tutti i viaggiatori, costretti a fare fronte a disagi sempre maggiori ai quali corrispondono servizi mediocri. A cominciare dall’abolizione della Freccia del Sud.
Forse una soluzione sarà ottenuta ad aprile, quando dovrebbe essere firmato il tanto atteso contratto di servizio. Fino ad allora, non resta che sperare di avere fortuna e che si trovi un lavavetri nelle vicinanze.
[Foto di atropo8]
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