Un Palermo acciaccato sfida l’Entella Tedino: «Servirà una prova perfetta»

È sempre meglio non fidarsi degli sconosciuti. È un avvertimento che potrebbe tornare utile al Palermo impegnato domani (nella dodicesima giornata del torneo cadetto) in casa contro la Virtus Entella, squadra che i rosanero terzi in classifica affronteranno per la prima volta nella loro storia. Il fatto di giocare contro un avversario inedito presenta pro e contro. Ci sono dei vantaggi perché una squadra (il Palermo in questo caso) potrà proseguire il proprio percorso senza lasciarsi influenzare dalla tipologia dell’avversario di turno ma ci sono anche dei rischi: partite del genere, peraltro senza precedenti, rappresentano sempre delle incognite. È vero che nel calcio moderno è praticamente impossibile non avere informazioni sugli avversari (tutti gli allenatori, tra cui Tedino, spendono molto tempo a studiare e analizzare filmati e video specifici) ma è altrettanto vero che la buccia di banana è sempre dietro l’angolo.

L’Entella, che ha 13 punti assieme ad altre quattro squadre e che staziona in questo momento nella parte medio-bassa della classifica, è una formazione temibile e può preparare delle trappole lungo il cammino che con gradualità stanno costruendo gli uomini di Tedino. «Affrontiamo una squadra che, anche se non è partita bene, ha messo in difficoltà chiunque – ha sottolineato il tecnico friulano – una squadra con giocatori molto dinamici, con gamba, e molto bravi a ripartire. Dovremo stare attenti e disputare una prestazione vicina alla perfezione sapendo, peraltro, che potrebbe non bastare per ottenere i tre punti. Ci aspetta una partita complicata anche perché ci sono delle emergenze con cui dobbiamo fare i conti e perché il ciclo di impegni ravvicinati non ci ha consentito di avere una rosa all’altezza specialmente in alcuni reparti».

L’obiettivo è quello di ripetere la prova fornita martedì sera in occasione della gara vinta sul campo del Carpi. «Conta soprattutto l’atteggiamento, quello che ci è mancato nel match contro il Novara nel quale la squadra ha giocato in maniera superficiale. Dobbiamo metterci in testa che possiamo fare bene e toglierci delle soddisfazioni solo se in campo mostriamo umiltà, determinazione e spirito di sacrificio pareggiando sempre le motivazioni dei nostri avversari. Se non capiamo questo non andremo da nessuna parte». La sconfitta interna con il Novara deve essere uno stimolo a non ripetere determinati errori: «È come se i figli avessero tradito le aspettative del padre. La prova è stata nettamente insufficiente. In generale, pensare di essere diventati bravi nel momento in cui le cose vanno bene è una non virtù che si paga a caro prezzo. Dobbiamo rimanere sempre concentrati e capire che ogni vittoria va conquistata attraverso la fatica».

Per il match contro i liguri, reduci dal pareggio casalingo contro la Cremonese e con un bottino di un solo punto nelle ultime tre giornate, Tedino ha convocato ventuno giocatori. L’allarme infortuni (la lunga lista degli indisponibili comprende anche Dawidowicz, out per circa 40 giorni a causa di una lesione di secondo grado al retto femorale sinistro, e Rolando che resterà ai box per tre settimane per una frattura parcellare dell’osso navicolare del piede destro) condizionerà le scelte del tecnico rosanero che, ad esempio, ha uomini contati in difesa. La linea a tre con Cionek e Struna sarà completata da uno tra Szyminski, in dubbio a causa del trauma contusivo alla caviglia sinistra rimediato a Carpi al netto della ferita lacero-contusa alla tempia destra suturata con due punti, e il palermitano Accardi. È, di fatto, l’unico vero ballottaggio nell’ambito di una formazione che sembra già delineata (3-5-1-1 il modulo) con una cerniera di centrocampo formata da Murawski, Jajalo e Chochev e un solo trequartista (Coronado) a supporto di Nestorovski.

Antonio La Rosa

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