Giornata intensa quella di ieri per gli studenti riuniti in assemblea contro la paventata chiusura della facoltà di Lingue di Catania. Dopo l’incontro del mattino – nel quale sono stati raccolti molti consensi da varie aree politiche e sindacali locali – fino a tarda sera si sono discussi i nuovi passi da muovere in attesa di un incontro con il rettore Antonino Recca.
La riunione in mattinata è stata aperta dall’intervento di Claudia Astuto (Movimento Studentesco Catanese), che ha fornito un resoconto degli eventi. La parola è quindi passata a Matteo Iannitti (Msc) che ha difeso la scelta dell’occupazione che «è servita a far capire ai giornali che gli studenti di Catania sono arrabbiati» e ha aggiunto che nell’ambito della mobilitazione nazionale, anche i ragazzi di Bari che in queste ore hanno occupato il rettorato, offrono la loro solidarietà. «È vero, abbiamo perso tante battaglie» – ha affermato – «ma questa dobbiamo vincerla».
Si respira un’aria carica di speranza al Monastero: i ragazzi sono convinti di potercela fare, anche in virtù delle numerose dimostrazioni di solidarietà da parte della vita politica catanese e regionale. Ieri sono intervenuti Luca Cangemi di Rifondazione Comunista e Giovanni Burtone del Partito Democratico.
Di carattere decisamente più “pratico”, l’assemblea pomeridiana. Dopo qualche intervento per così dire autocelebrativo, a conferma del successo riscosso dalla mobilitazione, l’attenzione si è infatti spostata sulle misure da prendere per i prossimi giorni. «Nonostante la divergenza di opinioni si è riusciti ad organizzarsi in maniera compatta» afferma Ianniti, per fugare ogni dubbio sulle incomprensioni, effettivamente riscontrate, tra rappresentanti di Lingue e movimento studentesco. Tutte le parti interessate, compresi ovviamente gli studenti in aula, hanno così definito il piano d’azione. Stamattina è stata indetta un’assemblea alla quale è stato formalmente invitato il Rettore. Se questi si rifiuterà di prendervi parte, un corteo si muoverà dall’aula A1 del Monastero per raggiungere piazza Università con l’intento di chiedere al Magnifico di comunicare con tutti i suoi studenti. La scelta di convocare un incontro con i soli rappresentanti è stata infatti contestata. Anche la scelta del giorno – sabato, con il rischio che molti fuorisede non potrebbero sostenere i portavoce con la loro presenza – non è stata ben accolta dagli studenti.
Giampiero Gobbi, rappresentante degli studenti, ha riferito di una telefonata con il Rettore, in cui questi avrebbe definito gli studenti di lingue «scorretti e irrispettosi dell’autorità» e avrebbe poi affermato che «non possono essere gli studenti a decidere quando incontrare il Rettore, deve essere lui a farlo».
Sul piano dell’azione politica, invece, il deputato dell’Mpa Nicola D’Agostino ha confermato l’appoggio della maggior parte dell’Assemblea regionale e ha invitato i ragazzi a redigere un documento contro la chiusura della facoltà che verrà poi firmato al parlamento regionale. Si ipotizza un sostegno anche da parte del presidente Lombardo in persona.
Sono poi intervenuti anche il professore Domenico Cusato (ordinario di Lingua e letterature ispano-americane), che ha manifestato la propria solidarietà e annunciato l’adesione alla protesta di oggi, e il preside Nunzio Famoso. Questi ha puntato il dito contro l’atteggiamento del Rettore, accusato di aver ignorato, anzi disprezzato un movimento così massiccio. Ha poi invitato tutti gli studenti a partecipare, in via del tutto eccezionale, al Consiglio di presidenza che si terrà lunedì mattina alle 9:45 in aula magna e ha salutato l’aula con un «questa battaglia la vinceremo».
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