Era la primavera del 1976 quando, a Hong Kong, Tiziano Terzani sentì
pronunciare quelle parole, da un indovino. E a distanza di anni lui non dimentica la premonizione. Nonostante il suo lavoro di corrispondente lo porti a doversi spostare in continuo lui rinuncia a volare, ma non a spostarsi.
Scopre così nuovi modi per viaggiare. E nel suo libro ci racconta di un anno intero nel quale si sposta per l’Asia in treno, in nave e con mezzi di fortuna, che, nonostante possano sembrare più scomodi di aerei ed elicotteri, gli permettono di vedere le cose da un altra prospettiva, di stare a contatto con le persone, di ammirare i paesi.
Viaggiando dal Laos alla Thailandia, dalla Birmania alla Cina, conosce
personaggi curiosi, le loro usanze, i loro riti, il loro modo di vedere il mondo.
Alla fine Terzani non ha la certezza della correttezza della predizione, ma è comunque soddisfatto dell’esperienza fatta in quell’anno, della scoperta di nuovi ritmi di vita, lontani dall’affanno del dover rincorrere la notizia. Il libro è molto piacevole, una sorta di “diario di viaggio” che ci porta in luoghi affascinanti, lontani e sconosciuti. Da leggere lentamente, assaporando ogni parola, ogni descrizione.
Nel sito ufficiale dello scrittore è possibile consultare le sue opere, leggerne brevi frammenti, scaricare interviste e contributi.
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