Ultimatum di Roma: “Basta precari”

Palermo. Palazzo Reale (o dei Normanni), sede dell’Assemblea regionale siciliana. Stamattina l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, era atteso in commissione Bilancio e Finanze. Ma non si è presentato. Forse si presenterà tra qualche ora. Forse non si farà vedere nemmeno questo pomeriggio. Vedremo. Domanda d’obbligo: che succede?

A quanto si racconta – ma ‘viaggiamo’ sempre sul filo delle indiscrezioni – l’incontro romano di ieri sarebbe stato un mezzo fallimento. Il presidente delle Regione, Raffaele Lombardo, ha spedito nella ‘Capitale’ i due ‘intellettuali’ della sua giunta: l’assessore alla Salute, Massimo Russo, e il già citato Armao. I quali, volati a Roma per acciuffare promesse & soldi, avrebbero fatto ritorno in Sicilia con le pive nel sacco.

Da Palazzo Chigi, a quanto sembra, a parte le promesse sui Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate), i due assessori avrebbero ricevuto solo ‘avvertimenti’ scoragianti. Intanto, nel roboante comunicato stampa diffuso ieri da Armao e Russo – del quale abbiamo riferito nell’articolo di ieri sera – non si parla della riduzione della quota di partecipazione della Regione siciliana alla spese sanitarie che, dal 49 e rotti per cento, dovrebbe scendere al 44 per cento. A Roma se ne sono già pentiti (ammesso che la cosa abbia avuto veridicità)? Chissà.

I soldi per approvare il bilancio – circa 350 milioni di euro – arriverebbero dal Fas. Ma in cambio – e qui arriva la medicina amara, quasi una ‘tisana alla cicuta’ che Lombardo, Armao e Russo non si sognano nemmeno di avvicinare alle labbra – vogliono che la Regione siciliana smantelli, già a partire da quest’anno, tutto il precariato, ovvero circa 40 mila precari che ‘orbitano’ tra gli uffici della Regione e gli enti locali dell’Isola. Una proposta ‘irricevibile’ per un governo regionale che, alla fine dello scorso anno, ha provato a stabilizzare altri mille e 700 precari.

Sembra che, a questo punto – ma, lo ripetiamo, si tratta sempre di indiscrezioni – qualcuno avrebbe sussurrato, non senza una punta di arroganza: se le cose stanno così a Roma potrebbero arrivare i ‘Forconi’… Non sappiamo se la cosa risponda al vero: ma, in ogni caso – ammesso che sia vero – si sarebbe trattato di un’utilizzazione impropria delle ragioni dei ‘Forconi’ siciliani, che non hanno nulla a che vedere con i precari: categoria, quest’ultima, che rientra nelle clientele della politica siciliana, di maggioranza e di opposizione.

La situazione, per il governo Lombardo, si complica. A Roma hanno capito come stanno le cose in Sicilia. E, con molta probabilità, quello che abbiamo scritto in questo giornale tra la fine di dicembre dello scorso anno e i primi di gennaio – notizia che noi abbiamo dato come indiscrezione – potrebbe essere vero: in parole semplici, potrebbe essere stata Roma a volere la ‘bocciatura’ delle leggi regionali che, se fossero  passate indenni dall’ufficio del commissario dello Stato, avrebbero ‘stabilizzato’ negli uffici della Regione  una nuova ondata di precari.

Non resta che aspettare di capire cosa succederà oggi in commissione Bilancio e Fiananze. Ammesso che succeda qualcosa di nuovo.

 

Giulio Ambrosetti

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