Udc, Pdl e Confindustria: gli ascari di Sicilia

Questa operazione non ci piace. Lo diciamo a testa alta. LinkSicilia non è mai stata tenera con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, né con il suo governo.  Troppe lacune, troppe incoerenze, troppi consulenti e troppe clientele, che non abbiamo mancato di denunciare.

Ma quello che sta succedendo in queste ore lungo l’asse Palermo-Roma è assai losco.  Il presidente del Consiglio, Mario Monti, interviene a gamba tesa sulla politica siciliana.  Non lo fa per risolvere l’annosa questione del sottosviluppo meridionale, di cui lo Stato centrale è il principale responsabile, ma per assicurarsi che Lombardo si dimetta. Altrimenti,  la Regione sarà sottoposta alle ‘cure’ dei poteri romani.

Già questo basterebbe per dichiarare guerra allo Stato italiano: siamo una Regione a Statuto speciale –  frutto di un accordo ‘pattizio’ tra Sicilia e Roma (qualcuno ogni tanto se lo dimentica) – un’interferenza di questo tipo non è ammissibile. Sarebbe l’ ulteriore sfregio alla storia siciliana. Se, poi, ad invocare l’intervento di Monti sono due partiti come l’Udc e il Pdl, insieme con Confindustria Sicilia, lo scenario diventa farsesco.

Di che stiamo parlando? Di due partiti terrorizzati dalle elezioni regionali. E di un’organizzazione che, almeno in Sicilia, annovera in larga maggioranza presunti industriali che vivono  abbarbicati alla spesa pubblica improduttiva. 

Pdl e Udc – già insieme e perdenti alle ultime elezioni comunali di Palermo – sono certi, e ne hanno ben donde, che l’elettorato punirà il loro sostegno supino al governo della macelleria sociale del duo Monti-Fornero.  E allora cosa fanno? Chiedono il commissariamento della Regione (senza peraltro avere letto lo Statuto siciliano). Questo sposterebbe in avanti di qualche mese l’appuntamento con le urne. Una mossa inutile. Perché il verdetto dell’elettorato siciliano arriverà comunque. E pensionati, lavoratori e famiglie non scorderanno così facilmente la botta che hanno ricevuto dal governo dei banchieri e della finanza europea con la complicità di questi  due partiti.

Due partiti, Udc e Pdl, che hanno invocato l’ingerenza del governo nazionale, in sfregio all’Autonomia siciliana, per proprio tornaconto, non per il bene della Sicilia. Più ascari di così…

Che dire, poi, di Confindustria Sicilia? Cominciamo: un loro esponente fa parte della giunta regionale che adesso vorrebbero sbaraccare. Dopo avere gozzovigliato con i Consorzi Asi (e con le liquidazioni), all’improvviso gli industriali siciliani senza industrie (Gli “industriali dei ficodindia”, si chiamavano una volta, quando c’era la politica) si accorgono che la Sicilia ha problemi finanziari. Confindustria scopre la luna. Forse i confindustriali di Sicilia, dopo aver trafficato tra banche e aeroporti pensano di prendersi direttamente la Regione? Tranquilli: nessuno vi voterà.

Non è che, per caso, gli uffici tecnici regionali hanno bloccato qualche maga-affare e, così, adesso gli ‘industriali’ stanno tentando di superare l’ostacolo affidando le decisioni a Roma? C’entra qualcosa il progetto di affidare la gestione delle coste siciliane ai privati, tra i quali brillano i nomi vicini ad Emma Marcegaglia ed Antonello Montante in accoppiata con i ‘compagni’ imprenditori di Sesto San Giovanni? C’è anche il business ‘energia e la gestione dei rifiuti? Affari in vista, insomma, che il Governo dei banchieri potrebbe agevolare?

Se poi si tratta di una operazione concordata con lo stesso Lombardo, allora vuol dire che non ci saranno più dubbi:  ascaro anche lui.

E’ ufficiale: Pdl, Pd e Udc non vogliono che la Sicilia voti a ottobre

I pupari romani di Pd e Udc (e i pupi in Sicilia)

Redazione

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