Ucraina, scenari da incubo

di Gabriele Bonafede

Chiunque abbia un Dio, lo preghi. È il momento di farlo. Gli scenari che si stanno aprendo all’interno e all’esterno della crisi ucraina sono infatti da incubo e non sono per nulla limitati a un’area geografica lontana e circoscritta. Riguardano tutta l’Europa, riguardano anche il Mediterraneo nel suo complesso, compresa la Sicilia e ben oltre: riguardano la Russia e quindi tutto il mondo.

È ormai un dato acclarato che la Russia, sostenuta dalla maggioranza della popolazione locale, abbia preso il controllo della Crimea. Ma chi pensa che la cosa finisca qui si sbaglia: molte altre regioni ucraine sono popolate da grandi minoranze russe o sono in maggioranza russe, come la Crimea. E queste regioni non si trovano esclusivamente nella parte orientale dell’Ucraina, ma anche in quella meridionale, e con grandi città vicinissime ai confini dell’UE. Una di queste, ad esempio, è  Odessa: una città di un milione di abitanti,  a grande presenza russa e molto vicina alla Romania, Paese che fa parte della Nato e dell’UE e il cui esercito e marina sono verosimilmente in stato di allarme anche per la vicinanza alla Crimea.

Nelle regioni cn forte presenza russa si sono svolte nelle ultime 24 ore manifestazioni di sostegno all’intervento russo in Ucraina: Kharkiv, Dnepropetrovsk, Donetsk, Nikolayev, Kerson, Odessa e altre città. In alcune regioni è stato richiesto anche un referendum per chiedere l’indipendenza dal governo di Kiev e l’eventuale unione con la Russia. In altre è stata chiesta la creazione di uno stato ucraino federato. In alcuni casi ci sono stati scontri con feriti.

Nel frattempo, il Parlamento russo ha approvato all’unanimità l’invio di forze militari in Ucraina “per proteggere i residenti e i marinai russi ”, come annunciato dal portavoce dello stesso Parlamento. L’esercito russo, con centinaia di migliaia di uomini, centinaia di carri armati e aerei da guerra, sta eseguendo un’esercitazione lungo il confine con l’Ucraina.

Check point strada per Sebastopoli

A fronte di questo, il governo provvisorio dell’Ucraina ha risposto accettando la sfida, mettendo il proprio esercito in stato di allerta e pronunciando la parola “guerra”. I governi degli stati occidentali, a cominciare dagli Usa hanno minacciato di sanzioni, a partire dall’esclusione della Russia dal G8. L’Onu ha invitato a una “de-escalation” di dichiarazioni e atti ostili, ma dai volti sconvolti che abbiamo visto stanotte alla conferenza stampa del palazzo di vetro si capisce che a situazione è d’immensa gravità

Finora le cose procedono come annunciato da Putin: sarebbero 15000 i militari russi in Crimea, e nelle regioni orientali dell’Ucraina ci si aspetta l’arrivo delle truppe russe da un momento all’altro.

Difficilmente l’esercito ucraino rimarrebbe coeso. Come confermano le notizie dalla Crimea, l’invasione russa si trasformerebbe presto in una guerra civile, con gli ucraini d’etnia russa favorevoli all’intervento russo.  Ci si può ragionevolmente aspettare che l’esercito russo penetri facilmente nella parte orientale del Paese e incontri resistenza solo nella parte centrale e occidentale, dove i reparti dell’esercito ucraino sostenuti da milizie occidentali sarebbero in grado di resistere e prolungare una mostruosa guerra civile in un territorio gigantesco dove risiedono oltre 45 milioni di persone.

Turchia manifestazioni pro Ucraina

Tutto ciò è uno scenario da incubo: comporterebbe spaventosi contraccolpi in tutta Europa, a partire da quelli economici per continuare giù lungo la china che può portare al più grande disastro della storia d’Europa, e forse dell’intera umanità. La Russia è infatti una superpotenza nucleare.

E anche se non si arrivasse ad utilizzare armi nucleari. il caos nel quale sprofonderebbe l’Europa sarebbe di proporzioni spaventose: non osiamo immaginare il numero delle vittime, sarebbero milioni i profughi,  la crisi energetica dietro l’angolo perché dalla Russia, passando dall’Ucraina, proviene il gas  che fa andare avanti l’Europa occidentale. E questo è nulla rispetto all’effetto destabilizzante su tutta l’Europa , su tutto il mondo.

Forze navali attorno al Mediterraneo estate 2013.

Il Mediterraneo sarebbe ancor meno sicuro, con flotte di tutti i paesi pronte a darsi battaglia anche dalle nostre parti. Difficilmente la Turchia non sarebbe coinvolta in questo nuovo fronte, almeno dal punto di vista economico, ma non solo: esistono larghe etnie turche nel sud dell’Ucraina e le relazioni economiche, soprattutto riguardo all’energia, sono molto strette tra i due Paesi. La Turchia inoltre fa parte della Nato e possiede l’esercito più potente dell’alleanza dopo quello degli Stati Uniti.

Che la ragione e la coscienza prevalgano, e si fermino le follie. Che la diplomazia trovi soluzioni senza ricorso alle armi. Che si mobilitino le migliori risorse per portare pace e sviluppo e non guerra e disperazione.

Gabriele Bonafede

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