Talking about tourism, cioè parlare di turismo. È questo il nome scelto per la serie di appuntamenti che vedranno come protagonisti gli studenti del corso di laurea in Formazione di operatori turistici dell’università di Catania. A organizzare il ciclo formativo sono stati i docenti Giancarlo Antonio Ferro, giurista, e Marco Platania, economista. Gli incontri dureranno fino a maggio e si inseriscono tra le iniziative che Unict organizza per le attività interne di tirocinio. Mentre quelle esterne prevedono contatti con strutture turistiche convenzionate.
Ad aprire le danze sarà oggi Valentina Noto, responsabile del museo civico Castello Ursino, che racconterà ai ragazzi, affiancata dalla professoressa Paola Vitolo, la sua esperienza nel turismo culturale. Il prossimo appuntamento è quello di giovedì 19 – dalle 10 alle 12 nell’aula 4 del plesso Le Verginelle – e sarà incentrato sul turismo religioso. Antonella Di Gregorio, vice presidente dell’associazione Cento Campanili di Acireale, rifletterà sulle differenze fra un pellegrino e un turista religioso, fra attività turistica e manifestazione di fede, e individuerà – spalleggiata dalla professoressa Liana Daher e da Anna Musmeci dell’ufficio per la Pastorale del turismo, pellegrinaggi e sport della diocesi di Acireale – le opportunità lavorative in un territorio come quello siciliano, ricco di eventi a carattere religioso.
L’1 febbraio dalle 16 alle 18, nell’aula 3 de Le Verginelle, spazio alle strutture ricettive. Gloria Licciardello, direttrice dell’albergo Talè restaurant & suite, spiegherà con la professoressa Simona Monteleone le attività principali degli alberghi e le diverse modalità di fruizione. Sono diversi, infatti, gli sbocchi lavorativi a cui vanno incontro gli studenti, che possono vestire i panni della guida turistica, lavorare in uffici pubblici o nel campo dell’editoria del turismo, curare le strutture museali o i festival e programmare itinerari turistici.
«Il laureato viene formato a tutto tondo – afferma Carmelina Urso, presidente del corso di laurea -, gli viene fornita una base culturale che va dalla preistoria alla storia moderna e gli si offrono diverse esperienze nel campo dell’archeologia e delle materie giuridiche ed economiche». Se da una parte la Sicilia risente di strutture carenti e cattiva gestione, dall’altra per la professoressa è importante restare nella propria terra per «non depauperare a tutti gli effetti il nostro patrimonio culturale, affidato nelle mani delle generazioni future», sostiene.
Ecco perché diventa importante l’incontro dei giovani con gli ospiti, scelti in modo che possano riportare esperienze concrete, storie, difficoltà, errori e risultati. «Vogliamo che i ragazzi conoscano i vari ambiti del turismo, dai più alternativi ai più difficili – commenta il docente Marco Platania – perché possano prendere in considerazione anche settori finora sconosciuti». Per loro non sempre è facile capire cosa vogliono fare dopo la laurea e immaginare il loro percorso, ecco perché scopriranno cosa fa esattamente chi lavora nel turismo e verranno coinvolti in prima persona in un percorso di conoscenza. «Hanno bisogno soprattutto di essere scossi e di cominciare a porsi delle domande», conclude il professore.
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