Turismo a Palermo, gli avvertimenti di Confersercenti «L’imposta di soggiorno non diventi una tassa sui turisti»

«L’incontro di ieri sull’imposta di soggiorno, tra il sindaco Leoluca Orlando e le strutture ricettive cittadine, svoltosi al teatro Massimo, è stato un importante momento di confronto per capire come spendere al meglio i 734 mila euro di introiti del 2014». Parola di Mario Attinasi, presidente di Confesercenti Palermo. Che aggiunge: «Secondo i nostri dati nel resto d’Italia questa imposta si è trasformata da una tassa a favore del turismo a una tassa sui turisti. Dobbiamo evitare che si ripetano anche qui le storture che si registrano altrove. Chiediamo di redigere un piano triennale che punti all’aumento dei flussi turistici, creando eventi nei periodi di bassa stagione, pubblicizzando le attività culturali e sostenendo le iniziative del teatro Massimo e del teatro Biondo, che ultimamente hanno raggiunto ragguardevoli risultati. Ma dobbiamo curare anche la pulizia della città, la sicurezza e l’assistenza ai turisti che vanno accolti secondo i migliori standard europei».

Il Comune di Palermo ha reso noto che, nel secondo trimestre del 2014, il capoluogo dell’Isola ha registrato 202mila pernottamenti, per un introito di 230mila euro, di cui 205mila incassati dagli alberghi (88 per cento) e la restante parte da strutture extra-alberghiere come ostelli, campeggi, B&B, case vacanze, case per ferie, residenze turistiche e affitta-camere. Nel terzo trimestre ci sono stati 443mila pernottamenti, per un introito di 503mila euro, di cui l’87 per cento incassato dagli alberghi. I pernottamenti totali del secondo e terzo trimestre (dal 17 maggio al 30 settembre) dell’anno sono 646mila, per un introito di 733mila euro incassato per l’88 per cento dagli alberghi. Gli alberghi in città sono 64, i B&B 139, gli affitta-camere 24, le residenze turistico-alberghiere sei, le case per ferie quattro, le case-vacanze sette, gli ostelli tre e i campeggi uno.

Secondo i dati elaborati da Confesercenti nazionale, dal 2012 al 2014 la tassa di soggiorno in Italia ha fruttato 779 milioni di euro: 165 milioni nel 2012 su 300 Comuni, 214 milioni nel 2013 su 500 Comuni e 400 milioni nel 2014 su 649 Comuni. L’imposta pesa in media per il 10 per cento sul costo del pernottamento di una famiglia in vacanza, penalizzando i nuclei più numerosi a causa di aliquote in genere più alte rispetto al resto d’Europa: Roma, la città più cara in Italia, registra un’incidenza per una vacanza familiare 27 volte più alta rispetto ad Atene, è quasi il triplo di Berlino, quasi quattro volte Parigi e 4,5 volte Barcellona. A Roma l’incidenza arriva al 13 per cento, a Venezia all’11,6 per cento, a Firenze al 10,1 per cento, a Milano al 9,1 per cento, a Siena all’8,6 per cento, a Palermo si ferma solo al 5,3 per cento.

Redazione

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