L’indiscrezione circola da qualche giorno. Ed è così bizzarra che sembra impossibile prenderla per buona. Sembrerebbe che il Governo regionale si accingerebbe a nominare i nuovi Commissari straordinari delle nove Province della Sicilia. E fin qui nulla di strano, perché si tratta di un obbligo di legge. La cosa un po’ incredibile – e infatti noi non ci crediamo – è che questi incarichi potrebbero essere affidati a un gruppo di dirigenti generali della Regione.
La cosa, lo ribadiamo ancora una volta, è un po’ incredibile. Anche perché queste nomine andrebbero a coincidere con le verifiche avviate in questi giorni dalla Guardia di Finanza sugli aspetti fiscali delle doppie e triple nomine negli uffici dell’Amministrazione regionale. Com’è noto, infatti, il dipendente pubblico che mette all’incasso una seconda nomina, deve lasciare – in questo caso alla Regione siciliana – metà dell’indennità legata alla seconda nomina.
La ragione di questa norma è chiara: se un dipendente regionale prende un secondo incarico, a meno che non possieda il dono dell’ubiquità, dovrà dedicare una parte del suo tempo al nuovo incarico, tralasciando, inevitabilmente, una parte del proprio lavoro di dipendente regionale. Giusto, insomma, risarcire – mettiamola così – la stessa Regione.
La Guardia di Finanza si sta occupando degli aspetti fiscali. Al netto degli aspetti amministrativi. Perché prima di accettare un incarico il dipendente pubblico deve superare una sorta di esame, per verificare di essere esente da casi di inconferibilità e incompatibilità: cosa, questa, che è di pertinenza dell’Amministrazione. Per la cronaca, i casi di inconferibilità e incompatibilità, negli uffici della Regione sono tanti, non sempre segnalati.
In questo caso, però, l’indiscrezione sembra, come già accennato, assai bizzarra, oltre che strana. Perché il dirigente generale di un dipartimento regionale ha già il suo da fare. Mentre un Commissario straordinario di una Provincia di lavoro ne ha moltissimo. Le Province regionali della Sicilia, infatti, nonostante siano state commissariate, mantengono tutte le competenze della legge n. 9 del 1986. In più i Commissari debbono sostituirsi al Presidente e al Consiglio provinciale, organi elettivi abrogati.
Insomma, questa dei dirigenti generali della Regione Commissari delle Province sembra veramente grossa. Sarà così?
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