Tu che mi ascolti

 

“Nessuno ti voleva, garibaldino. Nemmeno tuo padre, che poi ha saputo lavarsi la coscienza, ed è stato un buon padre. Nessuno ti voleva, solo io…”. Questa è una frase di uno dei brani più significativi di “Tu che mi ascolti” libro, uscito in tutte le librerie il 26 Ottobre 2004, che racconta del rapporto tra lo scrittore Alberto Bevilacqua e la madre Lisa, una donna forte che sconfigge la propria depressione grazie all’aiuto del figlio.

 

Lisa resta incinta dopo aver frequentato un giovane ufficiale che l’abbandona, non sposata difende la vita del proprio figlio dando sè stessa in un ambiente difficile: un quartiere di Parma molto povero e assediato dal peso della dittatura. Per combattere questa lotta Lisa si ammala di depressione quando Alberto ha appena 14 anni e “va avanti e indietro”dagli ospedali psichiatrici. Quando ritorna a casa si nasconde travolta dalle fobie ed ha paura di fare del male al figlio, quindi scappa di notte fra le discariche. Il figlio la ritrova “come una perla in mezzo ai rottami” e la conduce a casa per mano.

 

Egli le sarà sempre accanto, l’unico che crede nella sua guarigione e al suo ritorno alla normalità; il sacrificio per Alberto è quello di non poter raccontare alla madre i propri problemi per non agitarla (la donna che vive nelle ossessioni e nella solitudine). Lisa guarisce e torna ad essere quella che è sempre stata, una donna solare, intelligente ed ironica. Così madre e figlio vivono finalmente un rapporto “dagli aspetti più belli dell’esistenza”, entrambi ritornano ragazzini e possono dirsi tutto ciò che non si sono mai detti. Dopo la morte di Lisa, il figlio “continua a parlare e a confidarsi con la madre” che lo ascolterà e proteggerà per sempre.

 

Alberto Bevilacqua, narratore di fama e successo internazionale, è nato a Parma il 27 Giugno 1934.

Fin da giovane attira l’attenzione di Leonardo Sciascia che gli farà pubblicare la prima raccolta “La polvere sull’erba”(1955). Il successo internazionale arriverà con “La Califfa”(1964) diventato film e da lui stesso diretto, interpretato da Ugo Tognazzi e Romy Schneider. Ha ottenuto, con la sua produzione narrativa numerosi riconoscimenti, tra i quali IL PREMIO STREGA (1968) con “L’occhio di gatto”. Le opere di Bevilacqua sono state tradotte in Europa, Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone.

 

Simona Finocchiaro

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