Ttip, il misterioso trattato tra Europa e Stati Uniti A confronto due politici siciliani che lo hanno letto

Se ne sa poco in Europa, pochissimo in Italia, ancor meno in Sicilia. Eppure potrebbe avere conseguenze devastanti sulle economie europee, nazionali e regionali. È il Ttip, il trattato transatlantico su commercio e investimenti tra Stati Uniti ed Unione Europea. L’intento dell’accordo è di favorire gli scambi tra le due sponde dell’Atlantico, modificando regolamenti e standard attualmente vigenti tra Usa ed Ue. 

Meridionews proverà a seguire una vicenda che avrà risvolti sulla vita pratica di tutti siciliani. Prima tappa del viaggio è il Parlamento europeo, che sarà chiamato al voto finale solo quando il negoziato sarà completato. Un negoziato misterioso, almeno quanto il trattato stesso. Al momento infatti è la Commissione europea che sta gestendo in modo esclusivo la contrattazione commerciale bilaterale. Il testo del Ttip è in parte segreto e, quando pubblico, prevede delle modalità di accesso da film di spionaggio. 

Nonostante la direttiva emanata lo scorso 11 maggio dal ministero dello Sviluppo Economico parli di «massima trasparenza» e di «massima diffusione delle posizioni negoziali», per visionare le carte dell’accordo transatlantico i parlamentari e i funzionari governativi nazionali devono recarsi presso la sala lettura istituita alla sede del Mise a Roma. Possono entrare massimo quattro parlamentari alla volta, obbligatoriamente scortati dai carabinieri, ed esaminare i testi sotto il controllo costante di un responsabile di sala. Niente smartphone, tablet, fotocamere o pc: solo un dizionario di inglese (unica lingua al momento utilizzata per la stesura del Ttip), una penna e un foglio per gli appunti, a patto che non vengano trascritti i contenuti esatti dei documenti. Non sono permesse fotocopie e il tempo a disposizione è di un’ora

Tutto ciò non va contro le esigenze di trasparenza sempre più diffuse all’interno delle istituzioni? L’europarlamentare del Pd Michela Giuffrida è stata tra le prime persone ad aver consultato i documenti del trattato. «È evidente che si tratta di procedimenti delicati e che la commissaria Cecilia Malmstrom ha promesso un nuovo inizio – spiega –, correggendo la rotta e promettendo più trasparenza. Mi ha più sorpreso il contenitore (mi riferisco alla stanza blindata) che non il contenuto, le carte del Ttip. Tutte le disposizioni contenute dal trattato sono provvisorie e molti punti sono ancora lontani da una formulazione definitiva. Non credo ci si possa stupire di qualcosa di ancora non scritto, non concluso». 

Non essendo chiari e certi i termini dell’accordo fin qui raggiunti, è difficile stabilire adesso quali possono essere le conseguenze del Ttip sulla Sicilia e sulla sua economia. «Grandi accordi commerciali hanno storicamente generato dubbi e in alcuni casi paure – continua Giuffrida -. Il cambiamento però questa volta è guidato e misurato. Comparti come vino, olio, formaggio e salumi detengono già il primato europeo di esportazioni in Usa. L’Italia esporta tre miliardi di euro nell’agroalimentare, equivalente al nove per cento del totale delle nostre esportazioni. La Sicilia e la sua economia non potranno che beneficiarne, questo a patto che vengano stabiliti tetti e soglie, ovvero quote per garantire la protezione di alcuni settori come appunto l’agricoltura». 

Se la democratica Giuffrida getta acqua sul fuoco, un altro siciliano al Parlamento Europeo, il pentastellato Ignazio Corrao, lo scorso 8 giugno in una conferenza stampa a Strasburgo è tornato a chiedere l’immediata sospensione del negoziato. Dopo che lo scorso mese Greenpeace Olanda aveva pubblicato circa la metà delle bozze del testo del Ttip, prima dell’inizio del tredicesimo round di negoziati tra Usa ed Ue, il M5s ha tradotto i testi in italiano permettendone il download. Si tratta di 248 pagine di documenti confidenziali divisi in 16 documenti: 15 sono i cosiddetti «testi consolidati» usciti dal tavolo delle trattative e finora sconosciuti, mentre l’ultimo documento è una sorta di memorandum interno della Commissione europea che fa il punto della situazione delle trattative.

«L’Italia – sostiene Corrao – perderebbe per sempre la possibilità di difendere il proprio made in. In particolare sulla tutela dei vini gli Stati Uniti vogliono togliere l’etichetta a quelli europei e nella lista ci sono anche il Chianti e il Marsala. Nei documenti desecretati si scopre, inoltre, che i negoziatori vogliono affossare il principio di precauzione che permette oggi all’Europa di mettere al bando migliaia di sostanze chimiche, di cui non si conoscono gli effetti sulla salute umana». 

Andrea Turco

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