«Dove andrà Matteo Renzi quest’estate?». La domanda se la pone Greenpeace. La nota associazione ambientalista non ha certo a cuore le vacanze del premier, anzi continua a osteggiare le politiche energetiche del governo definite dal decreto Sblocca Italia. Per la nuova campagna online questa volta però l’arma utilizzata è quella dell’ironia. «Un tuffo dove l’acqua è più nera non si nega a nessuno», spiegano gli attivisti. È in questo modo infatti che viene lanciato Triv advisor, l’ironico portale che a una settimana dalla nascita ha già raccolto oltre 26mila firme a sostegno del mare e contro le trivelle.
Parodiando il più celebre portale di viaggi, Greenpeace immagina un turismo all’insegna del petrolio. Un turismo al contrario, in cui si va al mare per ammirare sversamenti, godersi le trivelle in azione o ammirare le deflagrazioni degli airgun. Sul sito le paradossali recensioni sono accompagnate da simulazioni digitali che immaginano le conseguenze, sulle coste italiane, della presenza delle piattaforme petrolifere. «Mai come oggi – si legge nel documento diffuso – si assiste ad una frettolosa svendita all’ingrosso dei nostri mari». Gli attivisti continuano: «In queste settimane il ministero dell’Ambiente è impegnato a emettere una raffica di decreti di compatibilità ambientale, con cui concede ai petrolieri aree marine pregiatissime, ed eccezionalmente estese, per la ricerca o la produzione di idrocarburi». Anche la Sicilia è interessata dalle nuove autorizzazioni, specie con le prospezioni attraverso la tecnica airgun, oltre alle due piattaforme del progetto offshore ibleo, al largo di un lungo tratto di costa che comprende Gela, Licata e Ragusa.
A giugno l’argomento trivelle in Sicilia ha fatto molto parlare. Lo scorso 4 giugno il progetto Eni – che prevede il completamento di sei pozzi di estrazioni di gas e la perforazione di altri due – aveva ricevuto parere positivo del Tar del Lazio, che si era espresso contro i ricorsi presentati da alcune associazioni ambientaliste e da gran parte dei Comuni interessati, escluso Gela. Così come aveva fatto discutere, il 16 giugno, il sofferto sì alle trivellazioni a terra del Comune di Ragusa. Greenpeace però su quest’ambito preferisce non esprimersi. «Quanto al sindaco a 5 stelle di Ragusa (Federico Piccitto, che più volte aveva manifestato insieme all’associazione ambientalista, ndr) e all’operato del suo Comune – afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima – non ci occupiamo di trivelle onshore, su terra, ma solo di progetti offshore. E dunque non abbiamo un commento al riguardo». È più esplicito Marco Castrogiovanni, del comitato No Triv di Licata. «Io non tiro per la giacchetta Greenpeace – tiene a precisare – Loro si occupano di battaglie ben precise e invece si prova a coinvolgerli in altre. L’impressione comunque è che a Ragusa non abbiano gestito benissimo la questione», afferma. «Pare che non abbiano utilizzato tutti gli strumenti legislativi a disposizione e comunque anche politicamente potevano approfittarne per chiamare a raccolta il fronte di opposizione alle trivelle, invece di cedere».
Castrogiovanni prova ad allargare lo sguardo. «Mi chiedo se qualcosa cambierà con la nuova amministrazione grillina a Gela, sarebbe un bel segnale se prendessero posizione sulle trivelle», osserva riferendosi al neosindaco Domenico Messinese. «Sappiano che i Comuni stanno preparando l’opposizione al Cga. Noi comunque non demordiamo. Ha avuto un gran successo la canzone no triv e come comitato stiamo preparando altre iniziative».
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