Treni, in dieci anni una rivoluzione dei collegamenti «Normalizziamo la Sicilia e poi puntiamo al Ponte»

Quando si parla di collegamenti in treno ai siciliani basta poco per sognare. E lo scenario descritto ieri da Rete ferroviaria italiana alla presenza del ministro Toninelli, i numeri e le scadenze sviscerate, potrebbero assomigliare tanto a un sogno per chi, da quando è nato, vive con la certezza che, salvo rare eccezioni, gli spostamenti in treno escono sempre sconfitti dal confronto con la gomma. Così, pensare di andare da Palermo a Catania in un’ora e 45 minuti anziché nelle attuali due ore e 50, o da Messina a Catania in 45 minuti anziché negli attuali settanta. O ancora vedere ricostruito il ponte che non c’è più tra Gela e Caltagirone. O andare da Palermo a Trapani in un’ora e mezza. Ecco, tutto questo nell’Isola per troppo tempo rimasta fuori da una seria programmazione infrastrutturale, sembrerebbe una chimera, nonostante nel resto d’Italia sia una consolidata realtà. 

Per realizzare un lungo elenco di opere, Rfi si è presa altri dieci anni di tempo. Prevedendo però molti step intermedi che, a poco a poco, dovrebbero permettere di avvicinarsi sempre di più agli obiettivi stabiliti. La firma sull’impegno l’hanno messa Maurizio Gentile, amministratore delegato del gruppo Ferrovie, il ministro Danilo Toninelli a nome del governo nazionale, e l’assessore regionale Marco Falcone. Nelle loro mani, e in quelle delle imprese che effettueranno i lavori, sta la responsabilità di non tradire, per l’ennesima volta, le attese di cinque milioni di siciliani. Mentre alla fine di tutto, sullo sfondo, si staglia sempre il più grande dei miraggi: il Ponte sullo Stretto.

PALERMO-CATANIA
Il raddoppio tra le due più grandi città dell’Isola è l’opera che impegna maggiormente Rfi: 8 dei 13 miliardi complessivi di investimento previsti si concentrano qui. Ieri è stato inaugurato il cantiere della Bicocca-Catenanuova, 38 chilometri su cui, entro il 2023, sarà realizzato un doppio binario con una spesa di 415 milioni di euro. È solo un segmento del collegamento, lungo complessivamente quasi 200 chilometri. Sulla tratta centrale, da Catenanuova a Fiumetorto, si punta a costruire un nuovo binario veloce entro il 2025 (e per quella data raggiungere l’obiettivo di un’ora e 45 minuti di percorrenza). Nei tre anni successivi si dovrà adeguare poi quello già esistente. In modo da arrivare, entro il 2028, ad avere due binari sull’intera tratta. Qui serve un investimento di oltre 5 miliardi di euro, di cui al momento solo poco più di 2 sono finanziati. Entro la fine del 2019 Rfi si è impegnata a realizzare la progettazione. Si può parlare di alta velocità? Rfi scrive che la velocità massima possibile sarà di 250 chilometri orari e, dettaglio importante, tutta la linea sarà elettrificata a 3kv e non a 25kv come avviene per quella comunemente indicata come alta velocità che può raggiungere i 350 chilometri orari. 

NODO DI CATANIA
Comprende la nuova linea dalla stazione centrale ad Acquicella, oggetto di un acceso scontro tra l’amministrazione comunale (prima Stancanelli e poi Bianco) e Rfi, e l’interramento dei binari in prossimità dell’aeroporto per consentire l’allungamento della pista. Valore 861 milioni di cui solo 252 finanziati. La progettazione è in corso e la fine è prevista, a vari livelli, tra 2025 e 2028. Intanto sono iniziati i lavori per aprire la nuova stazione ferroviaria di Fontanarossa che dovrebbe essere ultimata entro il 2020 e sarà a circa 700 metri dall’aeroporto. «Stiamo sviluppando idee di collegamento meccanizzate per coprire quella distanza», ha confermato ieri l’ad di Rfi, Gentile. 

NODO DI PALERMO
Il Passante ferroviario è concluso al 95%. Dopo aver ripristinato il collegamento ferroviario tra la città e l’aeroporto (a luglio 2018) e aver attivato il raddoppio della linea tra la stazione centrale e Palazzo d’Orleans (a dicembre 2018), si punta a completare l’opera che vale complassivamente 1,1 miliardi di euro. Allo stesso tempo la chiusura dell’Anello ferroviario, a singolo binario, ha l’obiettivo di estendere l’attuale servizio metropolitano fra Palermo Notarbartolo e Giachery. 

MESSINA-CATANIA
Da 70 a 45 minuti di percorrenza. È l’obiettivo che Rfi vuole centrare entro il 2028. Il progetto di raddoppio ferroviario da Giampilieri a Fiumefreddo, abbandonando l’attuale tracciato sul mare e spostando la linea più a monte, vale 2,3 miliardi di euro. «Entro il 2019 bandiremo la gara d’appalto – ha annunciato Gentile – che sarà divisa in due lotti: da Giampilieri a Letojanni e da Letojanni a Fiumefreddo». Prevista l’attivazione per fasi tra 2027 e 2028. 

MESSINA-PALERMO
I tratti Palermo-Fiumetorto-Ogliastrillo e Messina-Patti sono già stati oggetto di interventi di raddoppio e velocizzazione. È in corso l’intervento di raddoppio del tratto Ogliastrillo-Castelbuono il cui completamento è previsto nel 2023 (939 milioni di euro di cui 914 finanziati). Rimarrà invece a unico binario il tratto più lungo, da Castelbuono a Patti. 

CATANIA-GELA
Dopo aver ripristinato la tratta Catania-Caltagirone (anche se con orari di treni che necessitano modifiche perché incompatibili con le esigenze dei pendolari), Rfi ha annunciato che si lavora alla progettazione per ripristinare i binari tra Caltagirone e Gela, inutilizzabili da otto anni. In particolare va ricostruito il ponte ta Caltagirone e Niscemi, parzialmente crollato e poi demolito nel 2014. Per realizzare l’opera sono stati finanziati 90 milioni di euro dai fondi di sviluppo e coesione 2014-2020. Fine lavori prevista nel 2022. «Dal 15 aprile – ha annunciato Falcone – si potrà viaggiare da Catania a Caltagirone in un’ora e 34 minuti. Ci saranno anche nuovi treni elettrificati». 

PALERMO-TRAPANI VIA MILO
Da ormai cinque anni chi deve andare da Palermo a Trapani ha escluso il treno come mezzo di collegamento. Dopo la chiusura della tratta tra Alcamo e Trapani perché ormai troppo malridotta, resta solo l’assurdo giro da Castelvetrano. E i tempi di percorrenza sono passati da un’ora e 40 minuti a tre ore. Con gli interventi previsti da Rfi e attualmente in progettazione definitiva, si potrà ripristinare il servizio commerciale tra Alcamo e Trapani via Milo, tornando più o meno ai tempi di percorrenza di una volta: e cioè un’ora e mezzo, con tre fermate intermedie. L’investimento complessivo è di 144 milioni di euro. Fine lavori prevista entro il 2023. 

IL PONTE SULLO STRETTO
Fuori dai programmi del ministro Toninelli. Al centro dei pensieri del governo regionale. Mentre la Lega si è detta favorevole. Il piano della giunta Musumeci è normalizzare la Sicilia nei prossimi due anni per poi tornare alla carica con Roma. Se, infatti, la risposta standard alla richiesta del ponte è «prima facciamo strade e ferrovie» – ribadita anche ieri da Toninelli  – l’obiettivo è fare in modo che questa emergenza venga definitivamente superata. «Se – spiega l’assessore Falcone – riusciremo nei prossimi due anni ad avere tutti i progetti definitivi della Catania-Palermo, avviare i lavori sulla Giampilieri-Fiumefreddo e sulla Palermo-Trapani, ma anche avere il nuovo asfalto sulle autostrade, a quel punto avremo le carte in regola per andare a Roma e rivendicare il Ponte».

Salvo Catalano

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