Ad Aci Catena le celebrazioni in onore della Madonna si sono chiuse ieri notte. A distanza di poche ore, però, l’attenzione sui festeggiamenti si è riaccesa anche se a tornare in primo piano è l’edizione 2017.
La sera di ferragosto di due anni fa, infatti, un incidente coinvolse due persone nel momento più concitato della festa, la trasuta o chianu, quando il fercolo con la statua della Madonna della Catena fa ingresso in piano Umberto. Ad avere la peggio fu Nello Oliveri, da pochi mesi divenuto sindaco per la seconda volta. Il primo cittadino riportò danni alla gamba, dopo essere scivolato davanti al fercolo nel momento dell’accelerazione. Nei giorni scorsi, Oliveri ha presentato una richiesta di risarcimento danni tramite il proprio legale che è stato notificata anche alla parrocchia.
Nella lettera, partita a fine luglio ma recapitata poco prima dell’inizio della festa, si chiederebbe di raggiungere un accordo bonario entro due settimane, per evitare di adire le vie legali. Dal canto suo, il primo cittadino sostiene che la richiesta è rivolta alla compagnia assicurativa che copre le attività parrocchiali. «Insieme al mio avvocato abbiamo intrapreso una vertenza legale nei confronti dell’assicurazione – spiega Oliveri a MeridioNews – Abbiamo optato per questa soluzione a tutela personale, affinché
l’assicurazione riconosca i danni che ho subito. Anche perché – aggiunge – quell’incidente ha lasciato delle
conseguenze sul mio stato di salute».
Stando alla ricostruzione di Oliveri, l’assicurazione avrebbe già risposto negativamente a una prima richiesta di risarcimento. «Al momento
dell’incidente, il parroco inoltrò la richiesta di risarcimento all’assicurazione, che ha detto che questo tipo di evento non è coperto dalla polizza. Secondo noi, però, gli estremi ci sono». Oliveri, che in occasione dell’elezione a sindaco volle come prima cosa ringraziare la Madonna e che proprio ieri ha ribadito la propria fede anche sui social, assicura di non essere interessato a creare polemiche con la parrocchia. «Non voglio creare polemiche, perché nei confronti della Chiesa ho massimo rispetto», chiosa il primo cittadino.
Dal canto suo, don Sebastiano Privitera, che nei prossimi mesi lascerà la guida della parrocchia dopo quasi tre decenni, preferisce non rilasciare dichiarazioni, limitandosi ad affermare di considerare «chiusa la vicenda». Oliveri, intanto, è convinto di andare fino in fondo. «Vedremo cosa
risponderà stavolta l’assicurazione. Se non si riuscirà a trovare un
accordo, andremo fino in tribunale e sarà un giudice a decidere se ho torto o ragione».
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