Quello che non ha saputo o potuto fare lo Stato italiano lo fa il Comune di Palermo. Se il Governo Monti, nei giorni scorsi, ha annunciato che non si costituirà parte civile nel processo sulla trattativa – o sulle trattative – tra Stato e mafia, non la pensa così il Sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, che invece annuncia la costituzione di parte civile.
A Vasto, dove è in corso la festa di Italia dei Valori, Orlando spiega che per una città come Palermo la costituzione di parte civile, in questo processo, è un fatto culturale e politico importante. Poi una battuta rivolta al Sindaco di Firenze, Matteo Renzi: Mi auguro dic il primo cittadino di Palermo – che anche Renzi faccia lo stesso per la strage di via dei Georgofili.
Eh già, perché le stragi del 1992 e del 1993 – che sono andate di pari passo con la trattativa – o con le trattative – tra Stato e mafia, non sono andate in scena solo a Palermo con Capaci e via D’Amelio. Le bombe, in quegli anni bui, hanno colpito Milano, Roma e anche Firenze. Da qui l’invito di Orlando al Sindaco della città degli Uffizi, Renzi, che è anche avversario di bersani alle elezioni primarie del Pd.
Sul palco della festa di Vasto, ieri, era presente, tra gli altri, il pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, Antonio Ingroia, che conduce linchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia. Contrariamente agli inviti di tanti potenti del nostro Paese, che hanno cercato di convincere Ingroia a non partecipare a incontri e dibattiti pubblici (e, magari, a non parlare dei rapporti tra Stato e mafia), il magistrato è andato alal festa di Italia dei Valori ed è intervenuto
Ingroia ha ribadito che, stando alla difficile ricostruzione dei fatti accaduti tra il 1992 e il 2004, ci fu una macrotrattativa, in cui la mafia tentò di ricostruire il suo rapporto con la politica e, allinterno di questa, ci furono altre tre microtrattative che si conclusero nel 2004″.
Le parole di Ingroia spiegano perché, ogni volta che si parla di trattativa tra Stato e mafia, si crea grande fibrillazione tra tanti protagonisti del mondo politico attuale. Proprio perché queste le trattative tra Stato e mafia, iniziate nel 1992, si sono protratte fino a qualche anno fa.
Da qui il ‘nervosismo’ di tanti uomini politici italiani, anche molto altolocati, infastiditi da ricostruzioni – di cui, per ora, si conoscono solo i contorni – che potrebbero coinvolgerli.
Tutto lascerebbe pensare, insomma, che sulla trattativa tra Stato e mafia – e sul processo che ne è scaturito – non mancheranno, in un futuro non lontano, le sorprese.
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