Trasporti, da incompiute a priorità: ecco i sei progetti Le opere che possono cambiare la mobilità dei siciliani

Sei incompiute che potrebbero rivoluzionare il modo di spostarsi dei siciliani. Senza aprire l’eterno dibattito del Ponte sullo Stretto, nell’isola ci sono sei collegamenti ferroviari – che attendono progettazione e investimenti (in alcuni casi ci sono sia gli uni che gli altri e manca solo la fase di realizzazione) – «prioritari» per i cittadini. Li ha individuati Legambiente, sondando le esigenze dei pendolari, e li ha inseriti nell’ultimo rapporto sulla qualità della mobilità su ferro in Italia, Pendolaria 2020. «Da incompiute a priorità». Nell’elenco ci sono le nuove linee del tram a Palermo, la chiusura dell’anello ferroviario dello stesso capoluogo, la linea Siracusa-Ragusa-Gela, il prolungamento della metropolitana di Catania da Stesicoro all’aeroporto, e la realizzazione del secondo binario su larga parte della Palermo-Messina (da Castelbuono a Patti) e della Messina-Catania (da Giampilieri a Fiumefreddo). Messi insieme, questi interventi cambierebbero la vita a oltre un milione di siciliani. Tanto è il bacino di utenza interessato.

«Quando si parla di incompiute in Italia – denuncia il rapporto Pendolaria ci si concentra sempre sulle grandi opere, senza guardare a quelle più urgenti che sono proprio dove è larga parte della domanda di trasporto nel nostro Paese. Dietro le prime ci sono di solito general contractors e grandi imprese, forti interessi in gioco e quindi si prendono tutto lo spazio di attenzione mediatica e politica. Eppure se si va a guardare al territorio italiano e alle città, si scopre una realtà molto differente».

IL TRAM DI PALERMO
Negli ultimi anni i palermitani hanno provato cosa significa spostarsi dalle periferie verso il centro in tram. Sono quattro le linee attive, in cantiere ce ne sono altre sette, ma solo tre (A-B-C) coperte da finanziamenti (Balsamo-Croce Rossa; Stazione Notarbartolo-Duca della Verdura; Ponte Calatafimi-Orleans-Centrale; piazza De Gasperi alla Stazione Francia). Il 2020 dovrebbe essere l’anno del bando per affidare i lavori, che dovrebbero iniziare nel 2021. Tempo di realizzazione previsto a partire da quel momento: tre anni. Restano le altre quattro linee (Bonagia-Orleans, Stadio-Mondello, Stazione Centrale-Duca della Verdura, e Strasburgo-Sferracavallo) per le quali i tempi sono più lunghi e serve, soprattutto, trovare 460 milioni. Bacino d’utenza: 150mila abitanti. 

L’ANELLO FERROVIARIO DI PALERMO
Si tratta di soli 6,5 chilometri con otto fermate che attraverserebbero in maniera circolare il centro di Palermo collegando in sotterranea punti nevralgici come il porto e la stazione centrale (con un nodo di scambio per il Passante). Ad inizio 2018 al capoluogo siciliano sono stati destinati cento milioni di euro per la progettazione e realizzazione del secondo lotto. Questa cifra, unita ad altri 23 milioni stanziati da Rfi, corrisponde all’importo che da più di un anno Comune e Regione avevano chiesto al governo per poter ultimare l’opera dandole così un senso. La fine dei lavori è stata spostata al 2021, con la probabile apertura al pubblico nel 2022. Bacino d’utenza: 150.000 abitanti. Costi: 252 milioni di euro, interamente disponibili.

LA SIRACUSA-RAGUSA-GELA
Nell’estremo Sud della Sicilia ci si è abituati al fatto che quando è prevista pioggia forte, i treni si fermino. Ogni volta che scatta un’allerta meteo, Rfi annuncia preliminarmente lo stop alle corse tra Siracusa e Modica (cosa che avviene puntualmente anche tra Modica e Gela, Agrigento e Canicattì, Canicattì e Caltanissetta, Lentini e Caltagirone). Come può un pendolare fare affidamento sugli spostamenti in treno consapevole che, anche se piove, deve andare a lavoro? In particolare i 181 chilometri della Siracusa-Ragusa-Gela sono a binario unico, la linea non è elettrificata e la velocità media è di 55 chilometri orari. «Gli attuali tempi di percorrenza – denuncia Pendolaria – sono simili se non addirittura superiori a quelli di venti anni fa. Il numero di pendolari che frequentano questi treni è di circa 500 al giorno, di cui il 95 per cento si muove da Modica- Pozzallo a Siracusa e viceversa, mentre gli utenti del tratto Modica-Gela sono quasi inesistenti». Nel 2005 un progetto per l’elettrificazione e la riqualificazione della linea prevedeva 183 milioni di euro e sei anni di lavoro. Ma quel progetto è rimasto in qualche cassetto. Lo aspettano 580mila abitanti (tanto è il potenziale bacino d’utenza). Costi: 235 milioni di euro (incluso nuovo materiale rotabile), nessun finanziamento disponibile.

LA METRO DI CATANIA FINO ALL’AEROPORTO
Collegare con un binario l’aeroporto di Catania è stata una priorità sottovalutata per decenni. Negli ultimi anni, però, è tornata prepotentemente alla ribalta perché anche da questo dipende l’inserimento di Fontanarossa nella rete Core Ten-T, la rete europea principale di infrastrutture finanziata dall’Ue. Tra le priorità sottolineate nel rapporto di Legambiente c’è dunque il prolungamento della metropolitana tra Stesicoro e l’aeroporto: 6,9 chilometri con otto nuove stazioni (San Domenico, Vittorio Emanuele Ospedale, Palestro, San Leone, Verrazzano, Librino, Santa Maria Goretti). A gennaio si è chiuso il bando per assegnare i lavori. Ma tutto adesso si è bloccato a causa del crollo in zona via Plebiscito, dove era in corso di realizzazione la galleria fino a Palestro. L’area è stata sequestrata dalla magistratura e tutta la città resta col fiato sospeso per capire quale sarà il futuro dell’opera.

IL RADDOPPIO DELLA PALERMO-MESSINA
Per andare da Palermo a Messina in treno ci vogliono circa tre ore. Gran parte del tracciato è ancora a binario unico. Dopo quattro anni sono partiti i lavori per il raddoppio tra Cefalù Ogliastrillo e Castelbuono (340 milioni di euro per realizzare 12,3 chilometri), ma hanno subito registrato degli stop. Il rapporto Pendolaria, però, va oltre: è possibile che non esista nemmeno un progetto e non si parli più di proseguire il raddoppio sugli 87 chilometri da Castelbuono a Patti? «Nel 2003 erano previsti per il
raddoppio dell’intera linea 4,3 miliardi, ad oggi scomparsi dai finanziamenti». Bacino d’utenza: 150.000 abitanti.
Costi: 3,905 miliardi di euro, nessun finanziamento disponibile.

IL RADDOPPIO DELLA CATANIA-MESSINA
Sulla costa jonica l’obiettivo è lo stesso di quella tirrenica, completare il doppio binario. Qui un passo avanti è stato fatto: c’è un finanziamento da 2,3 miliardi per realizzare 42 nuovi chilometri di binari (di cui 38 in galleria) tra Giampilieri e Fiumefreddo. «I finanziamenti sono disponibili da tempo – denuncia il rapporto Pendolaria – sono quasi 20 anni che si parla di
questa opera fondamentale per la Sicilia jonica senza che si sia aperto alcun cantiere». Il progetto definitivo è al vaglio della commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente che deve dare il via libera ma che, come ha raccontato MeridioNews, ha imposto delle prescrizioni a cui Rete ferroviaria italiana intende opporsi. Si tratta del ripristino della vecchia linea dismessa dell’Alcantara-Randazzo e di un adeguamento alle più recenti norme antisismiche (2018) che rischierebbe di stravolgere l’intero progetto. Così l’apertura dei cantieri è nuovamente slittata al 2021.

Salvo Catalano

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