Un incontro per affrontare la frenesia e la fame di notizie, a volte infondate, relative alla situazione attuale del Trapani calcio. Una situazione poco chiara e un futuro che appare nebuloso a meno che in tempi brevi non si riesca a trovare un acquirente serio. A incontrare i giornalisti presso la sala stampa dello stadio Provinciale” è stata l’amministratore unico Paola Iracani che ha subito spiegato: «Tutti sanno che abbiamo tentato di risalire la china e tornare in serie B. La scorsa stagione è stata pesante dal punto di vista economico e sportivo. Disgraziatamente non abbiamo ottenuto un risultato valido e ci siamo fermati in C». La proprietà, per ammissione della stessa Iracani, aveva rinunciato a continuare anche perché il patron Morace ha problemi di salute e la Liberty Lines (che ha supportato il Trapani) sta affrontando dei guai giudiziari. È per questo che l’azienda sta cercando altri partner che possano supportarla o prenderne il posto: «Finora – prosegue l’amministratrice unica – abbiamo evitato di replicare nonostante quello che compariva sui giornali. Attraverso un professionista, sono state cercate delle imprese che prendessero il posto della Liberty Lines. Sul territorio le imprese non hanno mai partecipato granché, anche in termini di pubblicità».
A questo punto, Iracani svela anche un retroscena relativo agli scorsi mesi: «A gennaio avevamo chiuso un’ipotesi di cessione che sembrava interessante. C’era già la data, fissata da loro, per l’atto dal notaio. Era un’impresa valida, del territorio napoletano ma non posso dire quale per una logica di riservatezza. Quest’azienda però non si è presentata quando noi siamo andati a Roma dal notaio, senza motivazione. Tenteremo di procedere per vie legali perché questo ha arrecato un grave danno al Trapani e alla Liberty Lines». Dopodiché, il club ha continuato a cercare acquirenti, schivando un tentativo di truffa: «Arrivavano altre offerte, al telefono abbiamo risposto a tanti imprenditori. Abbiamo anche subito un tentativo di truffa da parte di un altro gruppo a firma di due avvocati di Roma che era sembrato credibile. Anche loro volevano già andare dal notaio. La Liberty però ha un commissario giudiziale e quindi qualsiasi decisione deve passare non solo dal cda, ma anche da una verifica di garanzia del soggetto acquirente fatta dall’autorità giudiziaria. In questa verifica abbiamo scoperto che era una truffa, gli avvocati firmatari infatti non sapevano nulla di questa richiesta».
Intanto, però, arrivavano le prime scadenze da rispettare: «Eravamo molto vicini alla dead line del 30 giugno per l’iscrizione al campionato. Qui c’era il primo bivio. La decisione più facile era quella di consegnare la squadra al sindaco. Ma ci hanno chiesto di non perdere tutto quello che si era costruito. Abbiamo fatto l’iscrizione al campionato ma non vogliamo occuparci di altro». Uno step per il quale Iracani era anche stata criticata dall’imprenditoria locale che avrebbe voluto rilevare una squadra che partisse dall’Eccellenza. L’idea invece potrebbe essere quella di creare una cordata di imprenditori disposti ad acquisire, ognuno, una piccola percentuale. Ma al momento non ci sono segnali per cui possa verificarsi qualcosa del genere. «Abbiamo l’opportunità di continuare in un campionato di serie C – prosegue Iracani – che però non può costare quanto l’anno scorso. Il campionato è costato quanto una squadra che militava in serie B, pur avendo i proventi della serie C».
A questo punto, l’amministratrice fa il punto della situazione anche sulla proposta da parte di Angelo Todaro: «C’è realmente stata, anche se è arrivata dopo una quindicina di giorni dalla data che ci aveva dato. Si tratta di qualcosa che non ha una logica di validità economica. Non è neanche un compromesso. È come se comprasse una Ferrari in cui però bollo, assicurazione e benzina vengono pagati da altri. Una proposta irricevibile, ma non abbiamo ancora risposto perché non vogliamo chiudere alla possibilità di avere un partner come la Todaro Group». Finora però, la richiesta degli interlocutori per poi poter procedere a trattativa è stata una soltanto: «Tutti i soggetti che hanno interloquito con me si sono lamentati dei costi di gestione e dei contratti. Il primo obiettivo è quello di tagliare i costi più elevati dei tesserati. Le cessioni sono state fatte a valore zero, per togliere gli impegni economici alla società». E se qualche giorno fa il Trapani ha comunicato delle istruzioni su come far pervenire il proprio interesse, il motivo è presto detto: «L’obiettivo è quello di avere un campionato più leggero, più in spending review per affrontarlo al meglio. Abbiamo dato delle istruzioni su come manifestare il proprio interesse perché stavano arrivando con ogni mezzo, come WhatsApp, mail o altro».
L’amministratrice dà anche delle cifre su quello che potrebbe essere il prezzo da versare al momento dell’acquisizione: «La vendita è ipotizzata per il valore nominale delle quote con azzerate le posizioni di attivo e passivo. Basterebbero 30mila euro, con una colletta riusciamo a comprarla. Il problema però non è quello, ma riuscire a gestire una stagione calcistica che è fatta di dodici mesi e tanto altro». In ballo anche una possibile penalizzazione che potrebbe arrivare a campionato iniziato: «Se ci sarà una penalizzazione per il discorso della fideiussione, questa è solo una banalità. In questi campionati non abbiamo mai avuto un punto di penalizzazione e anzi col fair play abbiamo addirittura avuto un premio. Tante altre squadre hanno avuto problemi per tesserati non pagati o contributi non versati. Queste penalizzazioni non sono mai state realmente scontate oppure sono state fatte in maniera ridicola. La penalizzazione, dunque, sarebbe l’ultimo dei problemi». Infine, Iracani lancia una provocazione: «È possibile pensare a un progetto Trapani in cui non ci sia soltanto la Liberty a sostenerlo? È possibile che siano gli imprenditori locali a partecipare? È possibile avere una partecipazione del Comune di Trapani e di quello di Erice?». La speranza dei tifosi granata è che delle novità arrivino nel breve periodo.
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