«Fazio si dimette? Ma è una finzione, sta continuando a fare campagna elettorale». Prosegue il clima surreale a Trapani, quattro giorni dopo il voto del primo turno e quando ne mancano dieci al ballottaggio, da cui verrà fuori il nome del nuovo sindaco. Il testa a testa tra Mimmo Fazio e Piero Savona, però, continua a essere condizionato dalle dichiarazioni che il primo ha fatto due giorni fa. Già sindaco di Trapani in passato, l’ormai ex deputato regionale ha annunciato di essere pronto a fare un passo indietro nel caso in cui venisse eletto. Il motivo è legato alla volontà di non volere «trascinare nel fango la città», da settimane al centro dell’attenzione dei media dopo che due dei cinque candidati si sono presentati al voto con pesanti grane giudiziarie: Fazio, con l’accusa di corruzione nell’affare Morace e una richiesta di ripristino dei domiciliari da parte della procura di Palermo, e Antonio D’Alì, destinatario di una richiesta di obbligo di soggiorno perché ritenuto socialmente pericoloso.
A non volere credere alla rinuncia di Fazio è proprio Savona. «Mi risulta che insieme ai suoi amici stia continuando nell’attività di avvicinamento al ballottaggio come se nulla fosse – commenta il candidato del Partito democratico a MeridioNews -. Da parte mia continuo a diffondere il mio programma, ma è innegabile che una situazione di questo tipo generi confusione».
In tal senso, in queste ore sono in molti a ragionare sull’utilità di votare appositamente Fazio per fare sì che – date per certe le dimissioni – si ritorni al voto a novembre. A valutare questa possibilità sono un po’ tutti, anche se c’è chi ufficialmente dichiara di non prenderla in considerazione. «Noi non daremo alcuna indicazione di voto, neanche in questo caso – commenta Sergio Tancredi, deputato regionale del Movimento 5 stelle, che, rappresentato da Marcello Maltese, a Trapani è arrivato quarto -. Se qualcuno dei nostri elettori andrà a votare Fazio per rifare le elezioni? Non possiamo escluderlo, è un ragionamento che senz’altro può essere fatto ma non saremo noi a sostenerlo». Per i pentastellati, la soluzione più giusta sarebbe stata quella di un ritiro della candidatura da parte di Fazio. «Se non vuole essere sindaco, doveva ritirarsi e dare la possibilità a D’Alì di partecipare», sottolinea Tancredi. Opportunità però che Fazio, che in passato ha avuto screzi con D’Alì, ha fatto chiaramente capire di non volere concedere.
C’è poi l’ipotesi ancora più maliziosa: quella secondo cui Fazio, qualora vincesse realmente il ballottaggio, magari con una percentuale importante, possa cambiare idea in zona Cesarini rimanendo a fare il sindaco. «Nulla è da escludere, ma credo che all’origine delle parole di Fazio ci siano i problemi giudiziari e non una strategia di questo tipo – commenta Savona -. Perché se il tribunale ripristinasse i domiciliari, magari in un Comune diverso, sarebbe un bel problema fare il sindaco». Agibilità politica a cui fa riferimento anche Tancredi.
A riguardo il diretto interessato, intervistato da Radio Cuore, ha dichiarato: «Ho spiegato le ragioni in conferenza stampa del perchè sarei pronto a dimettermi in caso di elezione. A meno che – ha aggiunto – non si dovessero registrare dei fatti nuovi come ad esempio un’archiviazione o una presa d’atto da parte degli organi di stampa che non sia una condanna». Poco dopo, alla domanda di MeridioNews su quale sia il tipo di presa d’atto che dovrebbe arrivare dai giornali per portarlo a rivedere la volontà di dimettersi, Fazio ha dichiarato di non volere più rilasciare dichiarazioni. Nel frattempo, ad alimentare la polemica è Enrico Rizzi, candidato nella lista Psi a sostegno di D’Alì, che ha presentato un esposto alla procura contro Fazio per turbativa elettorale. «Sceglie di non attivare gli strumenti della legge regionale per le proprie dimissioni e stabilisce egli stesso il risultato del ballottaggio invitando a votare per l’avversario», si legge nella denuncia raccolta dalla Digos.
Infine, ieri pomeriggio era circolata la voce secondo cui le regole del ballottaggio potessero riservare un’ulteriore novità. Ovvero che un’eventuale rinuncia di Fazio dopo le 24 ore dalla proclamazione dei risultati del primo turno toglierebbe a D’Alì la possibilità di prenderne il posto, lasciando l’ultima parola ai cittadini che dovrebbero vedersela soltanto con il quorum del 50 per cento. Un po’ quello che succede quando già al primo turno si presenta un solo candidato. Tale scenario – caldeggiato dagli stessi pentastellati – è escluso però dall’esperto di Diritto amministrativo Agatino Cariola. «L’articolo 9 della legge 7 del ’92 al comma 4 parla chiaro e dice che il venir meno, per rinunzia, della candidatura oltre i termini non determina l’applicazione delle disposizioni relative al caso in cui a partecipare alle elezioni sia un solo candidato». Cosa comporterebbe, dunque, una rinuncia di Fazio nei prossimi giorni? «Semplice – conclude Cariola – che per diventare sindaco a Savona basterebbe soltanto il proprio voto».
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