All’alba di oggi è scattato
un nuovo blitz in provincia di Trapani alla ricerca di Matteo Messina Denaro: 150 agenti della polizia stanno effettuando perquisizioni a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara, finalizzate a colpire la rete di fiancheggiatori del latitante e a raccogliere ulteriori elementi utili alla sua cattura. Gli indagati sono 17 e si tratta in gran parte di persone già arrestate in passato per associazione mafiosa e in alcuni casi in stretti rapporti con Messina Denaro. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, nonostante i precedenti, non avrebbero smesso di favorire la fuga del latitante di Castelvetrano che dura ormai da 25 anni. E, su segnalazione della polizia di Stato, sono stati sottoposti a una nuova indagine.
Uomini del Servizio Centrale Operativo, delle squadre mobili di Palermo e di Trapani e del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo hanno
perquisito edifici, abitazioni, attività commerciali e imprenditoriali di persone legate al boss latitante, utilizzando anche attrezzature speciali per verificare l’esistenza di cavità o nascondigli all’interno degli edifici. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati diversi documenti di elevato interesse investigativo, un pc e un tablet.
Circa due mesi fa la Dda ha eseguito un’altra operazione, denominata
Anno Zero, contro i clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo. In quel caso furono 21 gli arrestati, accusati anche di coprire la latitanza di Messina Denaro. Tra questi i suoi due cognati – Rosario Allegra e Gaspare Como – ma anche il boss di Partanna Nicola Accardo. «La sua famiglia andrebbe santificata», diceva uno degli indagati.
Un altro blitz era infine scattato
a dicembre del 2017, con perquisizioni a carico di altri trenta indagati, tra cui anche alcuni parenti del latitante, come il cugino Matteo Filardo e lo zio Giovanni Santangelo.
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