Sono 21 le persone arrestate dai finanzieri di Palermo nell’ambito nell’inchiesta, denominata Cagnolino, che devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga. Secondo quanto è stato ricostruito finora, il gruppo criminale a Palermo sarebbe stato diretto da due fratelli, figli di uno storico esponente del mandamento mafioso di Villagrazia-Santa Maria di Gesù. I due sarebbero stati, per anni, in affari con una famiglia calabrese coinvolta nella gestione del narcotraffico in provincia di Reggio Calabria e legata da parentela con esponenti di spicco della ‘ndrina di San Luca, che avrebbe garantito l’approvvigionamento sistematico di grossi quantitativi di stupefacenti. Gli investigatori parlano di «almeno dieci chili di cocaina al mese», che nel capoluogo siciliano avrebbe fruttato un giro d’affari di dieci milioni di euro all’anno. La droga, stoccata in depositi dislocati in provincia di Reggio Calabria, è stata trasportata su gomma lungo la tratta Reggio–Messina–Palermo, nascosta in carichi di copertura o dentro doppi fondi creati nelle auto dei corrieri e accessibili attraverso aperture elettro-meccaniche.
Le indagini delle fiamme gialle hanno portato all’arresto di sei corrieri, attivi anche durante la pandemia sfruttando le proprie attività lavorative, e di due basisti che custodivano parte della droga a Palermo: sequestrati complessivamente 50 chili di cocaina che, immessa sul mercato, avrebbe fruttato profitti per oltre 4 milioni di euro. Con lo stesso provvedimento, inoltre, il gip ha disposto il sequestro preventivo di società, beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo che supera il milione di euro. Sei degli arrestati, inoltre, hanno percepito il reddito di cittadinanza: il beneficio sarà sospeso con la segnalazione all’Inps.
Gli arrestati nell’operazione antidroga tra la Calabria e Palermo sono: Giuseppe Barbaro, 43 anni, di Platì (Rc); Pasquale Barbaro, 33 anni, di Platì (Rc); Giuseppe Fascella, 51 anni, di Palermo; Salvatore Fascella, 51 anni, di Palermo; Veronica Cusimano, 43 anni, di Palermo; Salvatore Orlando, 60 anni, di Palermo; Denise Vincenza Bonanno, 33 anni, di Palermo; Antonino Pilo, 32 anni, di Palermo; Enzo Logioia, 53 anni, Castelnuovo Scrivia (Al); Rocco Pizzinga, 48 anni, di Casignana (Rc); Francesco Reitano, 47 anni, di Catania; Gaetano Capizzi, 53 anni, di Palermo; Maria Rosa Cardinale, 45 anni, di Palermo; Giuseppe Cusmano, 53 anni, di Palermo; Mariella Di Majo, 47 anni, di Mazara del Vallo (Trapani); Maddalena Fascella, 57 anni, di Palermo; Alessandro Genuardi, 44 anni, di Palermo; Giovanni Mirabella, 43 anni, di Catania; Mario Vito Orlando, 58 anni, di Palermo; Gaspare Sanseverino, 50 anni, di Villabate (Palermo). Uno degli indagati non è stato rintracciato. Sono state sequestrate la ditta individuale Eurocaffè di Giuseppe Barbaro con sede a Platì (Rc), la dolciaria pasticceria e gelateria Marconi srls con sede a Platì (Rc) intestata a Pasquale e Giuseppe Barbaro, Sava Fruits srls con sede a Melicusso (Rc), undici veicoli, 12 terreni nel comune di Bovalino (Rc) e un appartamento a Palermo. I percettori del reddito di cittadinanza sono Giuseppe Fascella, Salvatore Fascella, Veronica Cusimano, Giuseppe Cusimano, Mariella Di Majo e Maddalena Fascella.
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