Tra orgoglio rossazzurro e passione juventina Piazza Europa contesa la notte della Champions

La notte del 6 giugno anche a Catania tanti televisori saranno accesi su Barcellona-Juventus. Sintonizzati sulla finale di Champions league, gara che raccoglie l’attenzione di curiosi e appassionati di calcio. E la città etnea ospita numerosi tifosi di fede bianconera. «Fu mio nonno a trasmettermi la passione per la Juventus. La seguo fin da quando ero piccolo e non l’ho mai tradita», spiega a MeridioNews Fabrizio Patané, quarantatreenne presidente dello Juventus club Gianni Agnelli di Aci Castello. «Mi sento catanese al mille per mille – sottolinea il tifoso bianconero – Amo Catania ma il calcio è un’altra cosa. Solo la Juventus riesce a farmi battere il cuore».

I rapporti tra il tifo catanese e quello juventino non sono buoni. Nel settembre del 2002, prima di un’amichevole organizzata a Catania, gli ultras rossazzurri sottrassero uno striscione al gruppo bianconero Fighters. Episodio che fece scalpore nel mondo del tifo organizzato. Gli ultras della Juventus, di recente, hanno esposto striscioni contro Catania. La versione di Patané: «Si tratta solo di sfottò. Non sono rivolti alla città ma alla squadra». E’ pure accaduto che nel settore ospiti del Massimino, sebbene vi fossero parecchi siciliani tra loro, intonassero l’urlo «Terrone, terrone». Secondo il presidente del club bianconero: «Fuori dallo stadio quella parola avrebbe un senso diverso, grave. Dentro, va intesa come un modo per pungere nell’orgoglio la tifoseria avversaria. Anche questo fa parte del calcio». 

Sabato, in concomitanza con la finale di Champions league, i gruppi organizzati del Catania hanno rilanciato la Giornata dell’orgoglio rossazzurro. Appuntamento in piazza Europa dove «in passato furono festeggiati i successi di Milan, Juventus e Inter», ricorda Patanè. «Adesso non è più possibile, a meno di mettere a rischio l’automobile o la propria incolumità». Se la Juventus conquistasse la coppa: «festeggeremo, ma di sicuro non a Catania e non piazza Europa. Capisco e rispetto la mentalità degli ultras, contraria ai festeggiamenti per squadre che non siano il Catania». Tuttavia, conclude «da sportivo, non posso condividerla». 

Sulla pagina di facebook Quando saremo tutti nella nord, gli organizzatori della Giornata dell’orgoglio rossazzurro scrivono: «Per noi è sempre stata la giornata per affermare la nostra identità. Per celebrare la nostra totale adesione alla causa rossoazzurra, la nostra fedeltà ad una squadra di calcio, il nostro senso di appartenenza ad un ideale». Nessun accenno alla finale di Champions. Eccetto lo scorso anno, quando l’appuntamento venne organizzato ad aprile, è sempre coinciso con date significative per altre tifoserie. «Sarà l’occasione per rinsaldare i vincoli che ci fanno essere comunità, prima ancora che tifoseria. È importante esserci tutti: sarà anche il modo di salutarci arrivati al termine della stagione». Unico appello: «Portate magliette, sciarpe e bandiere».

Marco Di Mauro

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