Tra l’Ascoli e il Palermo ha vinto la noia Rosanero compatti ma sterili in attacco

Ascoli-Palermo è finita in parità ma, in realtà, c’è un vincitore nella gara disputata questo pomeriggio allo stadio Del Duca. Protagonista è stata la noia, leitmotiv di una partita che non ha regalato emozioni e che è scivolata senza sussulti verso un soporifero 0-0. Un pareggio è per definizione un risultato positivo ma i rosanero farebbero un errore se pensassero che questo punticino sia sufficiente per cullarsi sugli allori o proiettarsi con grande ottimismo verso il prosieguo della stagione. Un pari in trasferta non è un risultato da cestinare anche perché, in questo caso, consente alla compagine di Tedino (unica imbattuta, peraltro, in questo campionato di serie B) di proseguire con una certa continuità il proprio percorso di crescita e di agganciare contestualmente la vetta della classifica in attesa dell’impegno nel monday-night del Frosinone, ma oggi era lecito (anzi doveroso) aspettarsi di più da una squadra come quella rosanero destinata, in base ai giudizi unanimi degli addetti ai lavori, a prendersi presto lo scettro del potere.

Il Palermo porta a casa senza alcuna sofferenza un punto utile ma, al netto di alcune assenze molto pesanti come quella dello squalificato Nestorovski, avrebbe potuto tranquillamente vincere una gara ampiamente alla portata contro un Ascoli volenteroso ma nettamente inferiore sul piano tecnico. Se avessero premuto sull’acceleratore i rosa avrebbero creato i presupposti per conquistare l’intera posta in palio e invece si sono accontentati del pareggio (è questa la sensazione percepita analizzando i contenuti del match) giocando costantemente sotto ritmo, sviluppando una manovra macchinosa e con pochissime verticalizzazioni per Embalo e La Gumina. Rivedibile la prova dei due attaccanti di scorta rosanero. L’esterno offensivo della Guinea-Bissau ha provato con qualche spunto a scompaginare i piani difensivi dei marchigiani ma, come da copione, non è riuscito a costruire delle situazioni funzionali alle esigenze del collettivo. Pollice in basso anche per l’attaccante palermitano che, nonostante qualche segnale incoraggiante sul piano della generosità, è rimasto avulso dal contesto del gioco. Dopo la prova da titolare a Brescia alla seconda giornata, il numero 20 rosanero aveva oggi a disposizione un’altra chance. Un’occasione che l’ex golden boy della Primavera, sintonizzato solo a tratti sulle frequenze dei compagni e di Tedino, non ha sfruttato in modo adeguato.

La necessità di alzare l’indice di pericolosità nell’arco dei 90 minuti è uno dei chiodi fissi del tecnico in questa prima fase del campionato. Senza Nestorovski e senza Coronado (anche se il suo l’ingresso ad un quarto d’ora dalla fine non ha cambiato l’inerzia il fantasista brasiliano, reduce da un infortunio muscolare, resta l’unico giocatore di questa squadra in grado con i suoi guizzi di creare superiorità numerica e dare verve al fronte d’attacco) il Palermo diventa una squadra piatta. Prevedibile e con pochi sbocchi offensivi. Un solo vero tiro in porta (l’occasione fallita da Rispoli, servito da Chochev, a tu per tu con il portiere al 5’ del secondo tempo) è la fotografia più nitida dei problemi in zona-gol evidenziati questo pomeriggio dall’undici di Tedino. Compagine che per spiccare il volo e legittimare le proprie ambizioni dovrà necessariamente migliorare in termini di incisività. Sul piatto della bilancia vanno messe anche le risposte fornite da una difesa che ha retto senza patemi l’urto di un Ascoli quasi mai pericoloso ma, obiettivamente, si tratta di una magra consolazione nell’ambito di una partita che i rosanero avrebbero potuto incanalare su binari diversi se avessero giocato con maggiore determinazione e intensità.

Antonio La Rosa

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