“E’ falso che la prima casa sia esentata dal nuovo emendamento relativo alla tassazione degli immobili. Purtroppo,e’ stata compiuta la scelta peggiore, e cioe’ quella di reintrodurre l’Imu sotto falso nome, come vedremo. E questa decisione va denunciata e contrastata. Quanto alle denominazioni, suggerisco di chiamarla Tal: cioe’ ‘Tassa Alfano Letta’”. Lo dice Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera. Che aggiunge:
“Ma veniamo alla sostanza- aggiunge- la certezza e’ che si tornera’ a pagare sulla prima casa, come nel 2012, e che la cancellazione (forse parziale) delle due rate di Imu per quest’anno sara’ niente piu’ che uno sconto una tantum. Il nuovo tributo proposto dai relatori si basa su tre componenti: l’Imu, di natura patrimoniale e a carico dei proprietari, da cui sono in effetti “escluse le abitazioni principali” non di lusso; la Tari, per i costi della raccolta dei rifiuti, a carico degli utilizzatori; e infine la Tasi per i servizi indivisibili (ma a tutti gli effetti un’altra patrimoniale), a carico sia di utilizzatori (tra il 10 e il 30% del dovuto) che di proprietari e, si legge, “ivi compresa l’abitazione principale sugli altri immobili, ma la si include nella Tasi, che altro non e’ che la vecchia Imu sulla prima casa sotto diverso nome.
L’aliquota di base della Tasi e’ dell’1 per mille, quella massima del 2,5 per mille. Ma solo per il 2014, perche’ dal 2015 in poi l’unico vincolo per i Comuni e’ che Tasi piu’ Imu non superino l’aliquota massima della vecchia Imu, che sulle prime case era del 6 per mille. Quanto si tornera’ a pagare, dunque, sulla prima casa? Forse meno rispetto al 2012, se i Comuni si limiteranno all’aliquota standard prevedendo riduzioni e sconti. Probabilmente di piu’ se, viste le difficolta’ finanziarie in cui versano, applicheranno l’aliquota massima- sottolinea Capezzone.
E cosa c’e’ di nuovo rispetto al testo originario del governo? “Praticamente nulla, se non 500 milioni in piu’ a disposizione dei Comuni per le detrazioni (e solo per il 2014). Ma lo schema della Tasi somiglia davvero molto, troppo, alla vecchia Imu: aliquota di poco inferiore (2,5 anziche’ 4 per mille), a fronte pero’ di detrazioni in misura molto inferiore”. Infine, conclude, “va ribadito che e’ intellettualmente disonesto richiamarsi al 2012, per dire che la tassazione sara’ su quel livello (o poco sopra, o poco sotto). Il riferimento, per chiunque abbia onesta’ intellettuale, doveva essere il 2013, anno dell’abolizione totale della tassazione sulla prima casa (sempre che il Governo non abbia in serbo un altro inganno nei prossimi giorni). Quanto a chi si era definito ‘sentinella antitasse’, che dire? Non ci sono parole”.
Una condanna arriva anche dai Commercialisti italiani:
”Il Paese non sopporta piu’ questa perdurante incertezza” sulle tasse sulla casa, ”tutta una grande maionese di sigle per non farci capire cosa si fa, quanto si paga, a chi vanno i soldi”. Lo sostiene in una intervista a Repubblica Claudio Siciliotti, presidente uscente dei commercialisti italiani, secondo il quale anche le nuove detrazioni ”a discrezione dei Comuni” rappresenteranno un’altra ”babele fiscale”. ”Significa che non tutti i sindaci faranno le stesse cose – spiega – e cosi’ si aumenta la confusione, quando invece la tassazione dovrebbe essere semplice, unica e non solo nel nome, interamente a beneficio degli enti locali e non delle casse dell’erario, come avviene in tutti i Paesi del mondo”. Anche la nuova Iuc ”sembra l’ennesimo pedaggio che gli italiani pagano ad accordi politici fragili”. ”Ai clienti rispondiamo ogni volta che dobbiamo studiare le regole” ma ”quanto costa – si chiede – questa incertezza? E poi e’ impossibile non sbagliare”.
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