Cronaca

«Agata uccisa per il no al potere patriarcale» diventa simbolo per il centro antiviolenza Thamaia

In occasione delle celebrazioni per i festeggiamenti agatini, l’associazione Thamaia ha ideato una campagna di comunicazione che ha come protagonista Sant’Agata: una donna simbolo per la città di Catania, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul tema della violenza maschile sulle donne. «Agata è la donna che, nel 251, è stata torturata e uccisa per essersi rifiutata di sottostare al volere del potere patriarcale – spiegano dal centro antiviolenza ripercorrendo la storia della padrona di Catania – per aver detto no a quel potere. Il femminicidio di Agata non è stato altro che un copione che si è ripetuto centinaia di migliaia di volte sia prima che dopo di lei, e che continua a ripetersi».

In Italia, ogni 72 ore una donna muore per mano di un uomo. «Anche la nostra città è stata scenario di numerosi femminicidi, dal 2020 a oggi sono undici le donne catanesi che hanno perso la vita per mano dell’uomo che diceva di amarle. Di Agata, troppo spesso assunta soltanto a simbolo di purezza, noi, donne di Thamaia, rivendichiamo invece la forza e la tenacia di opporsi a un potere patriarcale e oppressore che, con tutti i mezzi, ha cercato di piegarla. In questo ci riconosciamo in lei – spiega la presidente Anna Agosta – e riconosciamo in lei un simbolo della nostra lotta, per questa ragione, attraverso Agata, abbiamo voluto portare un messaggio di libertà a tutte le donne con una campagna social e dei manifesti pubblicitari che troverete in città».

«In quanto donne catanesi, in quanto operatrici quotidianamente impegnate in una lotta incessante contro la violenza maschile sulle donne, sentiamo tutta la potenza di Agata e di ciò che lei rappresenta – continua Agosta – Come Agata, e per tutte le nostre sorelle uccise, violate, vittimizzate, noi diciamo no. Lo facciamo oggi, lo abbiamo fatto ieri, lo faremo domani. Lotteremo incessantemente per il diritto di ognuna a dire no – conclude la presidente di Thamaia – senza che questo debba più costarci la sicurezza, la libertà, la vita».

Redazione

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