Un paese svuotato. Qualcuno controlla le proprie case crollate o rimaste danneggiate dal terremoto di questa notte, altri in strade in attesa della conta dei danni. Si presenta così al momento Fleri, la frazione di Zafferana Etnea in provincia di Catania. Questo è il territorio più colpito dalla scossa di magnitudo 4.8 delle 3.19 di questa notte. Manca ancora l’acqua mentre, da qualche ora, è tornata la luce e l’odore di gas – almeno in una zona – è molto forte e si cerca ancora una possibile fuga. Lungo la zona rossa di via Vittorio Emanuele – la strada principale – sono iniziati i controlli di vigili del fuoco, protezione civile e tecnici per accertare l’agibilità degli immobili. Il bilancio, al momento, è di quattro feriti compreso un anziano signore che è stato estratto dalla sua abitazione in cui è crollato il tetto.
Alcune case vecchie sono state quasi completamente collassate, in quelle più nuove invece sono evidenti le crepe sui muri e le fratture nelle facciate degli edifici. Poi ancora muri crollati e stanze che sono diventate ambienti unici. «I danni maggiori – dice a MeridioNews un cittadino che aspetta l’esito del sopralluogo fuori dalla propria abitazione – si sono avuti ai piani terra delle case». Intanto i pompieri sono al lavoro anche per agevolare la caduta di cornicioni e altri parti di strutture rimasti pericolanti dopo i crolli.
I geologi giunti sul posto hanno misurato che lo spostamento dovuto alla faglia principale Fiandaca-Fleri (il rigetto, in termini tecnici) è di circa dodici centimetri. Di tanto, in pratica, si sarebbero spostato il terreno facendo aprire alcuni muri. Tra la paura e la preoccupazione comincia a farsi strada anche qualche polemica: «Avrebbero potuto avvisarci del pericolo che correvamo, visto che lo sciame è iniziato già la vigilia di Natale», lamenta qualche anziano signore. Dall’Ingv però spiegano che la singola scossa di questa notte è solo indirettamente collegata a quanto registrano nei giorni scorsi. La viabilità esterna della frazione di Fleri è bloccata: molte sono, infatti, le persone che dai territori limitrofi si stanno riversando in zona e stanno affollando le aree di accesso. «Chiediamo ai curiosi di restare a casa», è l’appello delle forze dell’ordine e delle autorità.
Intanto, un primo centro di emergenza per la popolazione è stato allestito all’interno della scuola elementare di Fleri. In movimento anche la colonna mobile della protezione civile di Palermo per allestire una tendopoli al campo sportivo. Sul posto intanto è arrivato anche l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina. Dalla mattinata, per i cittadini c’è la possibilità di recarsi negli uffici comunali per fare le segnalazioni per i sopralluoghi per verificare l’agibilità degli edifici. «I primi soccorsi sono già iniziati durante la notte da parte di vigili del fuoco, uomini protezione civile e di alcune associazioni locali – spiega a MeridioNews Giovanni Di Prima, il vicesindaco di Zafferana Etnea – Abbiamo anche già predisposto il servizio di catering per il pranzo per le persone costrette fuori dalle proprie case». Oltre a Fleri, le altre zone più colpite del territorio sono le frazioni di Sarro, Pisano e Poggio Felice da dove sono arrivate decine di segnalazioni per danni. Colpite anche alcune chiese, tra quali la principale di Fleri, già in passato danneggiata pesantemente da un terremoto. Per sapere quante persone non potranno fare rientro nelle proprie abitazioni è ancora presto ma «purtroppo – conclude Di Prima, che adesso è in prefettura per l’incontro con il capo della protezione civile nazionale, Angelo Borrelli – temiamo che i numeri saranno alti».
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