Termovalorizzatori, l’assessore Marino chiede i danni alle imprese. E l’Irsap reagisce…

Una notizia lanciata dall’Ansa annuncia che l’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, ha chiesto un risarcimento danni da 500 milioni di euro alle Associazioni temporanee di impresa (Ati) che avrebbero dovuto realizzare quattro termovalorizzatori nell’Isola.

Il provvedimento è stato adottato dall’assessore Marino perché la procedura di affidamento è “viziata in radice”.  Cosa, questa, che ne ha “imposto l’annullamento in autotutela, impedendo alla Regione siciliana di dotarsi del delineato sistema di chiusura del ciclo di gestione integrata dei rifiuti”.

“Ciò ha comportato un esponenziale incremento dei costi sostenuti per lo smaltimento di rifiuti – scrive l’assessore Marino nel documento notificato alle Ati – anche attraverso il ricorso a ordinanze di Protezione civile, tenendo in vita un sistema anacronistico e concretamente dannoso per la salute pubblica”.

Secondo l’assessore, ci sarebbe anche un’ipotesi di risarcimento per “i costi, non esclusi quelli riconducibili al danno di immagine per la Regione siciliana”. Da qui la citazione per “i danni subiti e subenti”. E la richiesta, alle Ati, di “un risarcimento per l’importo di 500 milioni di euro”.

Le quattro Ati che si erano aggiudicate la gara sono costituite da:

Elettroambiente, Enel produzione, Emit, Amia, Catanzaro Costruzioni;

Falk, Actelios, Amia, Emit, Consorzio Asi Palermo, Aser, Gecopre e Safab;

Dgi Daneco, Waste Italia, Siemens, Technip Italy, Db group, Altecoen;

Elettroambiente, Enel produzione Altecoen tecnoservizi ambientali, Pannelli impianti ecologici.

La gara, come si ricorderà,  fu indetta nell’agosto 2002 dal Governo della Regione siciliana retto all’epoca da Totò Cuffaro, nella veste di commissario delegato all’emergenza rifiuti ed aggiudicata nel 2003. Gli impianti dovevano sorgere a Palermo, Casteltermini, Augusta e Paternò. L’intralcio si presentò nel luglio 2007, quando la Corte di giustizia del Lussemburgo,  annullò la gara (perché non conforme alle norme europee. Da allora diverse Procure hanno indagato su quello che assomiglia sempre più ad un ‘sporco’affare  in cui, come ha riportato anche una recente inchiesta de il Sole 24ore, non manca un bel giro di tangenti.

Lo stesso assessore Marino, già lo scorso dicembre, nel vivo dello scontro con il numero due di Confindustria Sicilia, alias Giuseppe Catanzaro, aveva ricordato, proprio rispondendo a lui, che il TAR ha appurato che la gara è stata viziata:

“Questa Amministrazione – aveva detto Marino – è ben a conoscenza della partecipazione della Catanzaro Costruzioni S.r.l. alla gara dei Termovalorizzatori nella quale, come sottolinea il Tar Palermo nelle sentenze del 7/30 maggio 2013 nn. 1197/2013, 1199/2013, 1193/2013:  … nel caso concreto, (che) l’intera procedura è stata condizionata ab origine, da un illegittimo accordo tra le imprese partecipanti per la spartizione territoriale del servizio e per la formulazione di offerte dai contenuti certamente pilotati e non frutto di libere valutazioni di carattere imprenditoriale”.

Non sfugge che la mossa di Marino potrebbe fare tanto arrabbiare gli industriali siciliani. Catanzaro, infatti, essendo parte dell’Ati che si era aggiudicata l’appalto, è  chiamato, come gli altri, a rispondere della richiesta di risarcimenti.

Ma, in effetti, lo scontro non si è mai placato. Proprio in questi giorni in cui il Governo Crocetta si prepara al rimpasto, sono proprio gli industriali siciliani che chiedono la testa di Marino.

E, proprio da quest’area, arriva oggi la reazione alla richiesta dei danni. Succede, infatti, che l’Asi di Palermo, gestita dall’Irsap, l’ente  guidato da Alfonso Cicero, notoriamente vicino alla Confindustria Sicilia di Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro, si è costituita in giudizio davanti al Tribunale civile di Milano, proprio contro la Regione siciliana, nello specifico, contro l’assessorato all’Energia, guidato da Nicolò Marino.

L’Asi (Area d sviluppo industriale) era socio minoritario di una delle imprese che avrebbe dovuto realizzare il termovalorizzatore a Palermo. Si ritiene estraneo da qualsiasi resonsabilità perché “ha solo messo a disposizione i terreni su cui avrebbe dovuto sorgere l’impianto”. E reclama  un risarcimento dei danni i subiti dal Consorzio per il mancato utilizzo dell’area.

Secondo quanto riporta l’Ansa, l’avvocato dell’Asi di Palermo è Antonio Fiumefreddo di Catania, il cui nome viene fatto in questi giorni come possibile assessore nella nuova Giunta Crocetta, su indicazione dei Drs, in particolare del deputato catanese, Marco Forzese.

Insomma, la guerra dal piano politico passa alle Aule dei tribunali.  Non sono da escludere colpi di scena.

 

 

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Redazione

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